A1M> Mezzaroma, un silenzio di accusa?

Massimo Mezzaroma alla presentazione della Final Four di Coppa Italia

Marco Benedetti

E’ ancora vivido il ricordo ormai lontano di tre stagioni, quando, con una decisione clamorosa e coraggiosa, Massimo Mezzaroma rinunciò alla massima serie per esiliarsi e ripartire dalla A2. Dopo due annate ricche di investimenti e grandi campioni che portò “solo” una Coppa Cev, il Presidente e costruttore urlò tutta la sua delusione nei confronti delle istituzioni politiche, incapaci di supportare chi, sul territorio, lavorava e spendeva per il buon nome dello Sport e della Città. Un atto dimostrativo forte che, però, non ha cambiato le abitudini capitoline. Quell’urlo e quella delusione stridono fortemente con il silenzio rimbombante degli ultimi mesi, con l’assenza fisica al fianco dei propri atleti a cui ha sempre chiesto la maglia sudata. Un’assenza che lascia spazio ad un ridda di supposizioni, più o meno fantasiose, più o meno vicine ad una realtà che nessuno di noi conosce. Le ipotesi sul tavolo sono molteplici, tutte incentrate, dopo le dimissioni di Vittorio Sacripanti, sulla possibilità di un rompete le righe definitivo. Cercando la profondità, ci viene il dubbio che tale silenzio prolungato ed innaturale sia una forma aggiornata e corretta di proporre tutto il proprio dissenso “politico” nei confronti delle istituzioni, tutte, anche o soprattutto quelle sportive.  Magari verso il CONI, che lascia le briciole a tutte le discipline sportive, quelle che danno vero lustro allo sport italiano nel mondo, con un sistema di ripartizione dei fondi sbilanciato irrazionalmente nei confronti di chi già gode di visibilità smisurata e ritorni sonanti di immagine? Oppure nei confronti dei vertici federali, abilissimi di ottenere sostegni economici per manifestazioni senza gradimento e ritorni di immagine, ma incapaci a trovare vie di promozione innovative e produttive? O, perché no, nei confronti di una Lega sostenitrice di progetti di riforma a dir poco  imbarazzanti e contro ogni logica economica? Forse anche nei confronti della propria formazione, abulica, senza personalità e con troppi “pesanti vacanzieri” della terza età? Tutte illazioni, tutti pensieri e dubbi che sgorgano dal silenzio e che ingigantiscono la fantasia. La verità e tutta nella testa del Presidente Mezzaroma, lui solo sa se di accuse si tratta, se vuole tornare a vincere, se nel suo cuore vi è ancora spazio per ambizioni extra calcistiche, oppure se il futuro è macchiato dall’anonimato o dal fallimento. Personalmente preferiamo le urla al silenzio, dimostrano quantomeno quella “ voglia di maglietta sudata”.