A Valter Torri il settore giovanile della Pallavolo Massa.

Ufficio Stampa

L’ultimo colpo di questa estate caldissima per la società del patron Italo Vullo interessa il settore giovanile. Torri, nato a Carrara 56 anni orsono ed allenatore di pallavolo dal ’79, è il referente tecnico del Comitato Provinciale di Massa e Carrara, è docente nazionale e vanta 3° grado e 3° livello giovanile. Insomma, il meglio su piazza verrebbe da dire.
Iniziamo da un veloce curriculum di Valter Torri.
“Fino a sette o otto anni fa mi ero occupato solo di maschile poi mi sono interessato anche di volley al femminile. Nella prima fase della mia carriera ho sempre allenato prime squadre, che fossero B1, B2 o Serie C. Successivamente mi sono invece occupato soprattutto di giovanile. Sono allenatore dal ’79, sono docente nazionale e sono referente tecnico del Comitato Provinciale di Massa e Carrara”.
Di quali squadre avrà cura direttamente nel suo incarico con la Pallavolo Massa,?
“Della selezione Under 19, che disputerà da neopromossa la Serie D, e del gruppo ampio di ragazzi che sarà invece destinato ai tornei Under 13, 14 e 15. Non siamo ancora entrati nello specifico dei campionati che dovranno disputare i vari gruppi ma ci sarà il tempo per farlo”.
Più in generale, invece, il suo ruolo sarà ovviamente quello di coordinare tutto il settore giovanile della società e di assicurare ai vari gruppi una linea tecnica unica?
“Ho sposato in pieno l’entusiasmo del progetto presentatomi da Vullo. Ho già parlato con Massimo Ramori, che curerà l’Under 17, ed ho trovato grande disponibilità e voglia. Io sono cresciuto in una città di Massa dove si confrontavano quattro società maschili dove la concorrenza era naturale e positiva e stimolava la voglia di tutti di fare una buona pallavolo. Almeno dal punto di vista della voglia, dell’entusiasmo, vorrei lavorare per tornare a quella situazione, a quella ricchezza movimento”.
Il lavoro da fare non è poco?
“Il lavoro è l’ultima cosa che deve spaventare un tecnico. L’obbiettivo non sarà quello di vincere il singolo campionato di categoria ma di guardare alla crescita generale del movimento e questo è un obbiettivo che richiede molto lavoro ma che non può non regalare entusiasmo e voglia”.