Ludovico Dolfo, il vero esordiente azzurro, ci ha raccontato

Tokyo. Nell’Italia impegnata in Giappone nella Grand Champions Cup, ci sono tanti giovani, molti talenti ai primi impegni ufficiali, un solo vero esordiente: Ludovico Dolfo, anni 24, tornato alla ribalta dopo qualche infortunio di troppo che ne ha frenato l’ascesa che tutti si aspettavano. In azzurro si è sempre tolto grandi soddisfazioni. Con i Cadetti nella rassegna europea 2007 è stato premiato come miglior attaccante, altrettanto è successo l’anno seguente nella categoria superiore (in cui è stato anche il best scorer). la scorsa estate con la squadra guidata da Andrea Giani ha vinto l’oro ai Giochi del Mediterraneo. Per lui queste sono giornate importanti e particolari: “Sto vivendo grandissime emozioni, qui in Giappone in giro già si respira l’aria di Natale è come se qualcuno mi avesse fatto un regalo anticipato. – ci ha confessato sotto il gigantesco albero che riplende con le sue lucine nella hall dell’hotel di Shinjuku dove alloggiano le squadre della Grand Champions Cup. Ho sempre sognato di giocare un torneo così importante con la maglia della nazionale che è sempre un grande orgoglio indossare. Sono contentissimo, sto provando una felicità unica. ” Poi “Ludo” come lo chiamano i compagni ci ha ricostruito la sua carriera: “Gli infortuni mi hanno frenato in un momento importante. Quest’anno grazie ai dirigenti di Città di Castello che mi hanno chiamato, sto vivendo una grande annata e questa convocazione mi da ancora più fiducia nei miei mezzi e la voglia di fare sempre di più. Ho iniziato a 13 anni nelle giovanili di Treviso, ho fatto tutta la trafila sino ad arrivare a giocare in serie A in una squadra che allora era davvero vincente. Poi due anni a Loreto, prima in serie A1, poi in serie A2. Mi sono rimesso la maglia della Sisley nell’ultima stagione giocata a Belluno, poi ho giocato un campionato a Castellana. e quest’anno gioco nell’Altotevere Città di Castello.” Dolfo ha avuto modo di fare il suo ingresso in campo, per rinforzare la ricezione sia nel primo che nel secondo match: “Quando Mauro Berruto nella partita contro la Russia campione olimpica e d’Europa mi ha detto: entra, il mio cuore ha iniziato a battere forte. Una grande emozione, poi una volta in campo ho pensato soltanto a giocare, senza fermarmi più a considerare contro chi giocavo e in quale ambito. Sono qui per dare il mio massimo contributo, spero di riuscirci.”

Fipav