Dream Team, la fabbrica di emozioni di Luca Liguori

Dal marchio di qualità alla Serie C maschile, il dg del club gialloblu apre le porte della DTR e spiega che lavoro c’è dietro ai tanti successi raggiunti. Dagli inizi difficoltosi all’affermazione sulla scena capitolina, sempre con passione e voglia di trasmettere valori importanti

Il direttore generale della Dream Team Roma ripercorre i momenti più importanti della stagione e spiega come una giovane società di pallavolo è arrivata ad essere un punto di riferimento nel panorama sportivo regionale

Direttore Liguori, visti i numeri raggiunti quest’anno, sembra che la stagione appena terminata rimarrà nella storia della Dream Team Roma come una delle più importanti.
“Penso proprio di sì. Tre titoli conquistati, quattro se si considera l’arco dei 365 giorni, tantissime vittorie e traguardi meritati. Credo che nei campionati provinciali rappresenti un record ciò che abbiamo fatto; che lo sia per noi è sicuro e questo rimarrà per sempre. Resterà una stagione storica, senza dubbio”.

Come avete raggiunto questi risultati e cosa rappresenta questa annata per voi?
“Abbiamo dato seguito agli investimenti fatti su un gruppo e su un settore. E’ stata una stagione che ci ha permesso di gettare le basi per il futuro; abbiamo cambiato molto nelle ultime due stagioni investendo sulla qualità dei nostri tecnici, dei dirigenti e della loro formazione continua. Le novità della prossima stagione ci permetteranno di crescere ancora a livello sia sportivo, sia societario”.

Crescere comporta delle scelte. Quali sono state le vostre?
“Fino ad oggi abbiamo permesso a molti ragazzi di diventare allenatori o dirigenti, di fare esperienza e continueremo a farlo, ma le esigenze ora sono cresciute e così la necessità è stata quella di avere da subito uno staff tecnico di primo livello, pronto per gli impegni che ci attenderanno e per gli obiettivi sportivi che ci poniamo. Non a caso sono arrivati molti allenatori preparati e con un curriculum importante. Tra le scelte più importanti c’è quella del nuovo direttore sportivo, Francesco Luccisano, la cui competenza ci permetterà di avere un coordinamento ancora maggiore ed una professionalità sempre crescente con una funzionale suddivisione e sostenibilità degli incarichi di ciascuno”.

Quali sono i vostri punti di forza fuori dal campo?
“Dal punto di vista del management sicuramente la programmazione e la sostenibilità dei percorsi che elaboriamo, la professionalità e la passione di chi alla Dream Team Roma presta la propria opera nel raggiungimento di obiettivi comuni. Non ci sono punti di forza singoli; siamo bravi nella comunicazione, nell’amministrazione, nella gestione e realizzazione di eventi, ma sarebbe riduttivo attribuire importanza ad uno o più aspetti rispetto alla complessità di una macchina organizzativa imponente quale siamo. A tal proposito la parola che più userei per descriverci in questo momento è condivisione. Rendere partecipi le varie parti della struttura sportiva, dal management allo staff tecnico fino agli atleti ed ai genitori è certamente una delle chiavi, forse la principale, del nostro successo”.

La Dream Team è nata 11 anni fa e sta diventando una delle realtà più importanti della regione. Un percorso che deve aver riservato non poche difficoltà…
“Sicuramente in passato lo sgomitare in maniera onesta e corretta con realtà più blasonate e radicate di noi non è stato semplice. Il ritagliarci uno spazio nostro è stato il primo obiettivo e dunque l’ostacolo più grande sul nostro percorso”.

Come è cambiata l’immagine della Dream Team dalla sua nascita ad oggi?
Uno dei segnali più evidenti del cambiamento è il nostro slogan; nelle prime nove stagioni è stato “Mettiti in gioco!” ed era funzionale a svolgere la “missione” di farci conoscere. Ora abbiamo raggiunto la nostra dimensione, la nostra identità ed è il più grande passo in avanti fatto dalla Dream Team Roma fino ad oggi. Chi è qui si sente protagonista di qualcosa di vivo e forte, ne sposa gli ideali e ne trasmette l’identità attraverso il proprio comportamento. Questa è la nuova missione e non a caso il nostro nuovo slogan è “Un esempio sempre”, la frase simbolo che ci ricorda proprio qual è ora l’obiettivo da seguire. Abbiamo messo a sistema un sogno, un modo di intendere lo sport e la pallavolo, ora dobbiamo implementarlo e condividerlo il più possibile”.

Qual è il vostro modus operandi e su che basi valutate il vostro operato?
“Noi non ci basiamo solo sui risultati sportivi o su quelli economico/finanziari, analizziamo il complesso delle nostre attività come un ingranaggio complesso della stessa macchina. Lavoriamo sui numeri, sulle statistiche e ne estrapoliamo più di un semplice grafico, cerchiamo in essi la strada per creare emozioni e socialità. Di certo ora le parole che riecheggiano nelle nostre riunioni sono esempio e qualità. Due traguardi ambiziosi che rientrano a pieno titolo nella nostra mission. Per farlo ci siamo attrezzati strutturando nel tempo sia il management che rafforzando ed aumentando il livello del comparto sportivo e tecnico della società attraverso la selezione e formazione del personale. L’arrivo di tecnici importanti, ma anche la stima che i nostri dirigenti nei vari settori riscontrano in ambito federale e dai loro colleghi ci fa comprendere di essere sulla strada giusta nel breve periodo”.

Si può dire che i risultati sul campo siano la punta di un iceberg, dunque?
“Sì. Serie C maschile e D femminile in questo senso sono i nostri fiori all’occhiello, il modo per evolvere e rendere visibile il percorso finora svolto verso obiettivi più alti, di caratura regionale, così come allo stesso modo lo sono i marchi di qualità per il giovanile in entrambi i settori di genere ed il titolo di scuola federale”.

Tutto fa pensare che non vi fermerete qui…
“Siamo orgogliosi di questi riconoscimenti, sentiamo di meritarli, ma vogliamo onorarli al meglio dimostrandoci trainanti nello sviluppo di metodologie e percorsi formativi innovativi e mirati alla tutela della salute, allo sviluppo della performance dei nostri atleti senza dimenticare certamente gli aspetti educativi, relazionali e sociali che lo sport ha e su cui si deve investire e migliorarsi. Siamo una fabbrica di emozioni umane, non esiste prodotto più esportabile e più bello da creare e da valorizzare, ma va fatto con coscienza e professionalità, da qui gli accordi solidali con Medici Senza Frontiere, Cittadinanza Attiva e Ida Onlus, tutte realtà esemplari che condividono con noi qualcosa di importante”.

Guardando un po’ più lontano, cosa c’è nel futuro della Dream Team Roma?
“L’obiettivo a medio, lungo raggio resta quello della nostra casa, l’impianto dove accogliere tutti i propositi, la storia e tutti i nostri tesserati, dove si respiri giornalmente qualcosa di unico. Ci stiamo lavorando ed anche qui ce la faremo coi giusti tempi, tutti insieme”.

Ufficio Stampa