A2F> Marsala: Conosciamo Simona Vaccaro

E’ felicissima Simona Vaccaro. Felicissima di essere approdata a Marsala, la piazza più prestigiosa del volley femminile siciliano.
Per lei è il coronamento di un sogno, oltre che il gradino più alto di una carriera ancora breve, ma che già si preannuncia ricca di soddisfazioni
Eppure, se Simona adesso gioca a pallavolo, è solo “merito di sua madre”. Già, la giovane atleta ormai azzurra ci racconta subito un aneddoto che ci fa sorridere assieme. Lo fa con tutta la sincerità che la contraddistingue – In verità io volevo fare danza moderna. Ma ero molto timida, così mia madre preferì aggregarmi a un gruppo che potesse aiutarmi a vincere questa mia timidezza. E mi mandò in palestra, anche contro la mia iniziale riluttanza –
A nove anni prese a frequentare i corsi di minivolley con la Mondello Volley – Vicino casa mia – precisa – e feci tutta la trafila, passando subito nella categoria juniores. Giocavo come schiacciatrice –
Le chiediamo dei ruoli da lei ricoperti – Ho fatto persino la palleggiatrice – sorride Simona – ma anche l’opposto e la centrale. Poi in serie D sono tornata a giocare di banda. Avevo quindici anni, quando ho capito, senza ombra di dubbio, che il ruolo per me congeniale era proprio quello attuale: il libero –
E stata una scelta ben precisa quella di Simona – Sono stata molto sincera con me stessa. Se volevo andare avanti, avrei dovuto mettere a punto proprio questa decisione. E così è stato. Me ne sono resa conto durante un campus estivo a Santo Stefano di Camastra. Così nel 2012 coach Tommaso Pirrotta, una persona a cui devo davvero tanto, mi volle alla Stefanese, in B2 –
Simona, dopo due anni nella città messinese, rientra casa, a Palermo.
C’è sempre coach Pirrotta nel suo destino.
– Decisi di mettere un punto fermo, volevo percorrere tutte le tappe, verso l’alto s’intende. Sono ripartita dalla serie C. Dopo due anni con la maglia della Panormus, finalmente torno in B2. Pirrotta mi porta con sé al Progetto Volley, altra compagine palermitana che ama costruire e programmare –
Le faccio notare che ha avuto ragione nel credere in sé stessa e nelle sue potenzialità. L’approdo in A2 parla chiarissimo – Si, in effetti sono riuscita ad arrivare davvero in alto. Ma non considero questo il mio punto d’arrivo, bensì un ulteriore trampolino di lancio –
Come ti aspetti la seconda categoria nazionale? La domanda sorge spontanea – Molto diversa. E soprattutto molto impegnativa. Imparerò a crescere positivamente. E soprattutto a imparare dagli errori che possibilmente andrò anche a commettere. Chi non sbaglia non impara –
Onesta e decisa Simona.
– Non vedo l’ora d’incontrare i nostri tifosi. So che aspettano la squadra per un riscatto, dopo quanto successo la scorsa stagione. So anche che si stanno organizzando da tempo per farci sentire tutto il loro calore. Intanto li saluto –
Vai Simona, la grinta giusta l’hai già messa a punto. In bocca al lupo – (intervista di Umberto Li Gioi)

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