Stefano Cesare, simply the best

Stefano Cesare e la moglie Filomena
Stefano Cesare, simply the best La canzone di Tina Turner è decisamente quella più azzeccata e veritiera per descrivere il miglior arbitro della serie A1, ovvero Stefano Cesare, che in occasione della presentazione della Superlega maschile ha ricevuto il premio Ilario Toniolo, riconoscimento assegnato in base alle votazioni di tutte le squadre di serie A1 maschile, “mi fa enormemente piacere, è inutile nasconderlo – afferma lo stesso Cesare -, soprattutto perché viene da chi sul campo viene arbitrato ogni domenica. Diciamo che stavolta sono stato io ad esser giudicato in base a una classifica di gradimento (scherza), è un premio molto ambito (è il secondo in tre anni), esser riconosciuti come migliore è una grande aspirazione”, sia dunque a livello tecnico, sia a livello comportamentale e gestionale. Cesare che nella sua carriera vanta un’esperienza decennale, è infatti al 28esimo anno di carriera, ben 16 trascorsi in serie A, vanta una grande esperienza nel beach volley, ha fischiato per ben due volte una finale olimpica e ora ambisce a diventare tra i migliori al mondo anche nell’indoor, lui che da qualche stagione è “internazionale” sta scalando le classifiche di gradimento anche fuori i confini nazionali. “Nella vita sia quella civile sia sportiva non bisogna mai fermarsi, guai a sentirsi arrivati o appagati, nel mio caso smetterei di salire sul seggiolone.

Questo premio è un punto sicuramente di passaggio e non di arrivo, non mi sono mai sentito, tanto meno adesso, un numero uno, cerco solamente di fare il mio lavoro nella miglior maniera possibile. È anzi uno stimolo a migliorare lo standard”. Con tanta passione e sacrificio il fischietto nativo di Isernia, ma romano a tutti gli effetti, è arrivato ai massimi livelli, anche grazie “a Filomena e alle mie bimbe cui dedico il Toniolo, non a caso il giorno della consegna è capitato con l’anniversario delle mie nozze, e grazie a mia moglie ho trovato la giusta dimensione, ma anche la giusta serenità nella vita quotidiana. Un grazie dunque particolare alla mia famiglia, una dedica però la voglio riservare anche a quei giovani arbitri che mi scrivono, in particolare nelle ultime due stagioni, divenendo il loro punto di riferimento. Esser identificato come icona è un vero piacere, da una parte significa che sto invecchiando, dall’altra è un piacere esser preso a esempio”.

Fipav Lazio