A1M > Trento scuce lo scudetto a Cuneo e si laurea campione d’Italia

Giulia Sampognaro

Itas Diatec Trentino – Bre Banca Lannutti Cuneo  3-0
(25-13,25-22, 25-9)

Itas Diatec Trentino: Kazisky 13, Leonardi, Birarelli 7, Della Lunga, Juantorena 7, Zygadlo, Vieira De Oliveira 3, Sala 7, Bratoev, Sokolov, Colaci, Stokr 21, Garcia Pires Ribeiro, Bari. All: Stoytchev, Serniotti
Battute sbagliate: 11 Muri: 7 Ace: 7
Bre Banca Lannutti Cuneo: Mastrangelo 7, Henno, Galic, Fortunato 1, Montagna, Wijsmans 8, Carletti, Grbic 1, Peda, Nikolov 6, Patriarca 4, Volkov 3. All: Giuliani, Cadeddu
Battute sbagliate: 9 Muri: 7 Ace: 2
Arbitri: Saltalippi, Santi
MVP:  Jan Stokr

L’aveva già dimostrato con i 72 punti ottenuti in regular season ma ha voluto confermarlo fino all’ultimo. Trento si laurea campione d’Italia, per la seconda volta, battendo quel Cuneo che fino ad ora era stata la sua bestia nera: sconfitto in Coppa Italia, alla Supercoppa e ancora prima al V-Day dello scorso anno e ora il riscatto. I ragazzi di Stoytchev battono con un perentorio 3-0 gli uomini di Giuliani, un risultato mai in discussione, una partita a senso unico come non ci si sarebbe mai aspettati. E ora a Trento, dopo essersi laureato campione del Mondo e d’Europa, non manca veramente più nulla: il tricolore è suo.

Parte benissimo Trento o meglio parte malissimo Cuneo, vittima della tensione della finalissima, che difetta in ricezione ed è subito costretta a rincorrere un avversario sceso in campo determinato e pungente. Avanti 7-1, i gialloblu si mostrano tentacolari in difesa e non si lasciano sfuggire nessuna occasione di andare a punto contro una Cuneo intorpidita e poco reattiva. Capitan Wijsmans prova a risvegliare i suoi con dei buoni colpi da posto 4 (10-6) ma la poca concretezza dei cuneesi continua a farsi sentire; la ricezione fa acqua da tutte le parti, la difesa non riesce a raccogliere nulla e l’attacco prosegue a fasi alterne, scarsamente sostenuto dalla seconda linea. Avanti 16-9 al secondo tempo tecnico, Trento continua a fare il suo gioco incrementando il vantaggio (19-9), sfruttando l’ottima correlazione muro-difesa e beneficiando dei tanti errori avversari. Giuliani tenta la carta Peda su Nikolov, ma per un Trento in queste condizioni fa poca differenza: è Juantorena a chiudere con un mano e fuori d’esperienza sul nuovo entrato, che ferma il tabellone sul 25-13.
Impossibile per Cuneo continuare a giocare in questo modo, impossibile pensare che si facciano scucire dalla maglia lo scudetto in questo modo, senza neanche lottare. La reazione arriva nei primi scambi del secondo set: Mastro alza il suo famoso muro e l’attacco di tutto l’organico si fa più pungente. Avanti 8-3 al primo tempo tecnico, Cuneo cerca di mantenere la superiorità contro un Trento che, da parte sua, tenta in tutti i modi di rifarsi sotto con un ottimo Kazisky e un smanioso Stokr (12-14). Dura poco il riscatto di Cuneo, troppo lacunoso e troppo poco costante. Il punto della parità arriva proprio con una attacco dell’opposto ceco, mal ribattuto dal muro avversario, che porta le due formazioni sul 16-16; poi Cuneo torna a chinare la testa ed è di nuovo un monologo Trento.  Juantorena guadagna il +2, un vantaggio che i trentini custodiscono gelosamente con straordinari recuperi e un contrattacco efficacissimo; è Kazisky che mette a terra l’ultimo pallone del set, una parallela chiusa nei cinque metri per il 25-22 finale.
4-0, 8-2. Questo l’avvio della terza frazione di gioco che la dice lunga sulle dinamiche in campo, sui diversi atteggiamenti delle due squadre: Cuneo continua a subire il gioco e l’atteggiamento vincente di Trento, che prosegue in scioltezza e con convinzione. Sul 14-5, con i suoi completamente in panne, mister Giuliani chiama il time out, ma nulla da fare: i giallo blu incrementano il rendimento a muro e continuano a spingere a più non posso in battuta arrivando alla seconda sospensione tecnica con un imbarazzante +10. Ancora più sconcertante la parte finale del set, con Cuneo completamente succube di un Trento incontenibile, e che sembra solo aspettare che finisca la tortura, con un pubblico bianco blu ormai ammutolito di fronte alla curva gialloblù in visibilio. E’ Stokr a mettere fine all’agonia di Cuneo, che ha la forza di fermarsi solo a quota 9.