Eurobasket-Italia-Serbia 68-80

Hackett

Eduardo Lubrano

E’ finita con la vittoria della Serbia per 80 a 68 la prima partita dell’Italbasket agli Europei di Lituania iniziati oggi pomeriggio.  Al contrario di quanto dichiarato dal nostro allenatore alla vigilia, Simone Pianigiani, vincere la gara d’esordio di un campionato così importante e contro una delle squadre più forti del continente sarebbe stato fondamentale per mille motivi.
Ed invece la nostra squadra ha dimostrato che le belle vittorie arrivate nelle partite di preparazione non sono servite a un gran che perché quando è stato necessario dare l’accelerata decisiva per mettere in cassaforte la gara, questa l’ha data la Serbia e non l’Italia. Che pure era partita molto bene col suo quintetto iniziale: Hackett play maker, Belinelli guardia, Mancinelli e Gallinari ali e Cusin per Bargnani a far da centro. Grande difesa in anticipo sui giochi dei nostri avversari, discreta facilità di attacco ed in generale una diffusa sensazione di una squadra che stava molto bene in campo a reggere l’urto contro una squadra più forte ed esperta.
I problemi sono cominciati quando Pianigiani ha dovuto fare dei cambi: nebbia in Val Padana. Spiace doverlo dire, ma Maestranzi, Mordente, Carraretto e lo stesso Gigi Datome che pure si è prodotto in una stoppata da applausi, non hanno prodotto nulla anzi hanno permesso alla Serbia di costruire con calma, un parziale di 25 ad 11 nel secondo quarto che dal 18 a 10 col quale si era chiusa la prima frazione, ha mandato le squadre al riposo lungo sul 29 a 35 per i serbi. Perché al di là della poca consistenza dei nostri cambi, bisogna sostenere le nostre tre punte di diamante, Gallinari (15 punti), Bargnani (22 e 9 rimbalzi) e Belinelli 9 punti) con continuità, aiutando i loro movimenti, creando loro lo spazio per le giocate che sanno fare e talvolta anche sopportare qualche eccesso come quando Belinelli tiene il pallone nelle mani per troppi secondi.
Eppure nel terzo periodo la nostra nazionale ha ritrovato qualche barlume di gioco perché Bargnani ha espresso il suo talento, la nostra difesa si è richiusa bene sotto canestro ed il nostro contropiede ha dato qualche fastidio alla Serbia che forse si è illusa presto di aver chiuso la gara sul 52 a 37 di metà terzo quarto. Con molta fatica e lavorando con un po’ di attenzione in più l’Italia è tornata miracolosamente a meno 4, 57 a 53 a dieci minuti dal termine della partita.
Che fosse una fiammata si è capito subito quando dopo un minuto del quarto ed ultimo periodo di gioco, Teodosic e Tepic hanno messo dentro il nostro canestro due tiri da tre che hanno rimesso dieci punti tra loro e noi, 63-53, scavando sì a questo punto della partita un muro che non siamo più riusciti a risalire. Le gambe hanno mollato perché la testa ha mollato anche in conseguenza del fatto di essere arrivati a questa partita convinti che non fosse questa la partita da vincere, e che la qualificazione al turno successivo ce la saremmo giocata contro la Lettoni ed Israele. Un errore di concentrazione e di mancata cattiveria che ha messo l’Italia nella condizione di subire un punteggio ben più pesante (i serbi sono stati avanti anche di 17, 18 punti) e che solo la stanchezza dei nostro avversari ha impedito si concretizzasse.
Due dati su tutti possono spiegare la sconfitta dell’Italia: nei primi due quarti la Serbia ha perso 10 palloni, anche per meriti della nostra difesa. Nei rimanenti due tempi solo 1.
L’Italia ha tirato da tre con l’11,8 per cento. Troppo poco per una squadra che non ha nei centimetri e nei lunghi classici la sua forza e che quindi deve aprire le difese avversarie con i tiri da fuori.
Domani sera alle 20 c’è la Germania del campione NBA in carica, Dirk Nowitzki e del centro dei Los Angeles Clippers, Kaman. Esame non impossibile ma a questo punto determinante.