Beach nel Lazio, ridere o piangere?

Marco Benedetti

Al termine della tappa del Campionato Italiano ad Ostia puntuali le note delle trombe dell’informazione di potere; solite autocelebrazioni, solite fanfare prive di dati reali, corsa ad accaparrarsi meriti sportivi ed organizzativi. Come direbbe qualcuno: la solita fuffa. A dire il vero ci saremmo aspettati almeno un accenno sui motivi che avevano messo in dubbio l’appuntamento (dubbio conclamato dalla comunicazione apparsa su federvolley.it), e sulle soluzioni trovate per sbloccare l’impasse. Rimaniamo al buio e con il dubbio, tutto nostro, che si sia sacrificata qualche voce di bilancio per evitare la brutta figura già ampiamente paventata su tutti i mezzi di informazione della rete. Così sia, il minculpop ha fornito la sua versione e non resta che prenderne atto … anche se. Qualche dubbio ce lo poniamo sulla reale attività degli organi preposti e dei relativi meriti. Come ci si può accaparrare del talento innato di Daniele Lupo, quando il suo sbocciare e la sua prima crescita è frutto esclusivo  delle Scuole di Beach private? Sarebbe come dire che il successo della Beach Volley Academy (esempio puramente esemplificativo e che vale per tutte le altre realtà private) è frutto della sapiente azione federale. Come ci si può  pavoneggiare di un Tour Regionale, prima assorbito dai “privati” perché di successo e potenzialmente sminuente e poi abbandonato nell’anno delle Olimpiadi? Come ci si può impossessare di un successo tecnico frutto della passione di singoli che, in completa autonomia, hanno creato impianti e scuole come in nessuna altra parte d’Italia? Dubbi nostri e, crediamo, ampiamente condivisi dal popolo della sabbia. Popolo che ha bisogno di ben altre indicazioni e parole, lontane anni luce dalla propaganda elettorale. Popolo che vorrebbe sapere quali sono i programmi di sviluppo, di promozione, di diffusione della disciplina, popolo che vorrebbe capire come mai non esista un coordinamento reale e produttivo ogni giorno dell’anno con le Scuole di Beach Volley, popolo che vorrebbe avere una calendarizzazione certa dell’attività sulla sabbia e con regole certe, popolo che gradirebbe essere supportato da un marketing e da una informazione degne del loro significato, popolo che si auspica scelte forti ed innovative che siano propulsive dello sforzo e della passione di questo movimento. Forse tutto questo sarà presente in una cartellina a supporto di una candidatura di qui a pochi mesi, per il momento non ci resta che ridere … per evitare di piangere.