DF> Dream Team, Liguori: Su questa realtà, su questa squadra ci metto la faccia

Ufficio Stampa

Parola del Direttore Tecnico giallo blu, Luca Liguori, che a poco più di un mese dall’inizio della stagione torna a parlare della società, di crescita e della formazione di serie D.
Un mese, settembre, in cui, per scelta, non aveva rilasciato dichiarazioni e commenti, né sull’andamento della preparazione dei vari gruppi, né sulla crescita (numeri alla mano) della realtà che da quest’anno è chiamato a dirigere e coordinare nel doppio ruolo di Direttore Tecnico e Generale, in una sorta di manager all’inglese di lunga militanza nell’organico societario. E’ il perché di questo “silenzio il primo argomento su cui stimoliamo un Luca Liguori sorridente e molto determinato:
“Non c’è una motivazione ricercata. Ho voluto concentrarmi su altre cose e sugli impegni numerosi che abbiamo ed avevamo, senza nessuna strategia premeditata. Parlare prima poteva essere anche inutile credo e non avrebbe apportato nulla di più a ciò che stava accadendo”
E cosa sta accadendo?
“Che i nostri sforzi di crescere si stanno concretizzando sotto tutti gli aspetti sebbene poi questo non si evidenzi in maniera netta dai risultati agonistici, almeno per ora.”
In altre parole un progetto che cresce ma che è ancora lontano dal raccogliere frutti?
“Dipende da che frutti si pensa di raccogliere. Nel breve periodo sapevamo e credevamo importante organizzare bene l’apparato societario e lo staff tecnico, mi sembra ci siamo riusciti anche con risultati tangibili come le sponsorizzazioni e le partnership raggiunte, oltre ai rapporti stretti con più realtà, opera dell’instancabile Massimiliano Battista, così come sotto il punto di vista sportivo e dei transfer seguito da Giuseppe De Leo e Danilo De Rossi. Oltre questo i numeri sono in crescita, ma è solo un passo importante dei tanti da fare.”
Quali allora i frutti che è presto per raccogliere?
“Quelli tecnici, agonistici. Stiamo cercando di completarci sotto la proposta che vogliamo fornire. Parteciperemo a dieci e più campionati, sei dei quali compreso il minivolley, giovanili, con tre tornei eccellenza. Poi la Prima composta da ragazze under 18 e qualche esperta e la D come punta di diamante del movimento femminile. In tutti questi campionati sappiamo da dove partiamo, ma i frutti sono acerbi per essere raccolti, in alcuni casi siamo ancora allo stadio di “fiore”, basta che ci comportiamo da contadini scellerati e la prima grandinata rovinerà il raccolto.”
Può spiegarsi meglio?
“Il risultato tecnico potrà soprattutto all’inizio latitare. Noi lo sappiamo. Non dobbiamo illuderci che la crescita societaria coincida fin da subito con le vittorie. Saremmo degli sciocchi ed inganneremmo noi stessi e chi ci segue. La realtà è che siamo all’inizio di un percorso sul piano agonistico, che richiederà tempo e fiducia nel lavoro, ma ne sono certo ripagherà tutti.”
Vuole mettere le mani avanti?
“No. Desidero che la crescita dei vari gruppi passi per le sue fasi obbligate senza esasperazione. Chi ci vede da fuori pensa che qui si voglia “atteggiarsi” da grandi, la realtà è che qui si vuole diventare grandi e dare a tutti la possibilità di confrontarsi al massimo livello possibile avendone riscontro, dando il giusto peso a sacrificio e sforzi giornalieri. Non ci sentiamo più bravi e migliori degli altri, ma sicuramente facciamo di tutto per fare le cose meglio degli altri, senza aspettarci plausi, ma nemmeno critiche.”
Intende critiche sui risultati?
“No quelle sono giuste ed inevitabili. Ogni atleta, allenatore, tecnico o dirigente deve saperci convivere anche quando sono esasperate e malsane. Intendo i giudizi che talvolta si danno di questa realtà quando non la si conosce, o che si danno, permettetemi, con un minimo di invidia e malinconia quando non se ne fa più parte. Risultano sgradevoli e fuori luogo, ognuno pensi al suo orto, chi coltiva fa così, noi siamo contadini alla Dream Team Roma e dagli altri se possiamo imparare impariamo, altrimenti non ci soffermiamo nemmeno a criticare, discutere, vedere, commentare.”
Qualche sassolino nella scarpa?
“Ne avrei molti. Essendo una società che punta sulla comunicazione come mezzo di diffusione dell’operato dei propri tesserati per renderli protagonisti, ma mai arroganti, del proprio operato sappiamo d’essere esposti a certe cose, ma mi piace pensare che siamo di esempio e che spesse volte le nostre innovazioni siano state seguite dalle altre realtà e questo ci render orgogliosi perché porta a far crescere il movimento, non solo il nostro, ma di tutta la pallavolo e delle società che la divulgano.”
Passiamo al campo però mister. Una preparazione dura per la serie D ed un pre campionato che come risultati è stato avaro, negativo…
“Anche qui di negativo c’è il risultato esterno, quello che poi conterà certo in campionato. Il percorso invece è positivo. Le ragazze hanno lavorato tanto e continuano a farlo. Ci hanno seguito ed il gruppo è a mio avviso di buon livello. Ci mancano i meccanismi e le sinergie giuste per fare una pallavolo bella ed anche concreta, siamo singoli forti e potenzialmente fortissimi in un contesto di squadra ancora all’inizio della propria costruzione, ma non dobbiamo, né possiamo avere fretta.”
Quindi lo 0 nella casella vittorie nel pre campionato fin qui ottenuto non la spaventa?
“Sono ben altre le cose che dovrebbero spaventare un allenatore. Avrei paura se il gruppo non rispondesse e non mi desse un feed back di ritorno nell’evoluzione delle proprie prestazioni, o se il tanto lavoro fosse svolto con sufficienza e malavoglia. Questo sì mi spaventerebbe. Finchè vedo progressi ed un gruppo che vuole creare un’idea di gioco, che lotta per migliorarsi sono tranquillo. Semmai ragiono su cosa ancora ci manca per arrivare a trasformare l’ottimo lavoro in un risultato concreto e tangibile, o quanto ci manca a raggiungere questo step.”
Dunque è soddisfatto della squadra a disposizione e la ritiene in grado di fare un buon campionato?
“Sì, finche vedo questa voglia di lavorare ed i progressi ripeto sì. Sono pronto a metterci la faccia anche se i risultati potrebbero non essere subito positivi e vincenti. Le costruzioni belle e grandi non si fanno in un giorno, ci vuole tempo, pazienza ed attenzione ai particolari. Con Mattia e Fabrizio in palestra lavoriamo per dare un’identità di gioco ben precisa, riconoscibile e che ci faccia divertire ed anche vincere. Con Giuseppe invece abbiamo allestito un buon roster, di cui sono soddisfatto.”
Tanti gli arrivi, quando sarà pronta la nuova Dream Team Roma per mostrarsi nel suo aspetto migliore?
“Dirlo con certezza mi è impossibile. Sul piano fisico abbiamo lavorato molto ed usciremo fuori più per garantire una condizione mediamente alta per tutta la stagione. Su quello tecnico, tattico e dei risultati non so dirlo. Ci metto la faccia però per dire che con le qualità di lavoro che questo gruppo sta mostrando e di cui sono soddisfatto appieno, quando accadrà non sarà un fuoco di paglia, ma qualcosa di diverso, duraturo.”
E per chiudere dove pensa si possa arrivare?
“Mi sembra di dover fare il furbo nel rispondere invece dirò la più grossa delle ovvietà. Dipenderà da moltissimi fattori e dagli avversari, che tra queste incognite sono importanti. Mi piacerebbe che avessimo la capacità di giocare a viso aperto con tutti in campionato mantenendo una medesima identità, questo sì, posso dirlo. Le ragazze e questa realtà meritano un palcoscenico importante ed un gioco propositivo ed appagante. Lavoriamo per questo senza risparmiarci. Se i risultati del pre campionato non l’hanno detto come gare vinte può dispiacermi, ma io ho visto sempre un tassello in più contro squadre forti ed amalgamate da tempo, quindi sono positivo e carico. Credo nel gruppo e nel lavoro che facciamo e sono sicuro che questo mix darà emozioni a tutti noi ed a chi avrà il piacere di seguirci durante questa dura e speriamo entusiasmante stagione.”