Riceviamo da colleghi giornalisti, e quindi pubblichiamo nella sua interezza visti i destinatari pubblici, l’appello della Consulta Regionale del Lazio. Ognuno potrà analizzare approfonditamente il testo letterale ed interpretare il messaggio che si vuole trasmettere a tutte le componenti, soprattutto quelle votanti, del movimento laziale. Personalmente mi preme evidenziare alcuni aspetti che non mi convincono e che rendono lo spartito stonato.
In primo luogo sono spaventato dall’uso di termini che nulla hanno a che fare con lo sport e soprattutto con una democratica competizione elettorale. Tinte fosche, guerra, blocchi contrapposti; tutto riporta alla mente un periodo storico che non rende orgogliosi gli abitanti di questo pianeta: la guerra fredda tra USA e USSR. Denominatore comune di quel periodo la paura che generava immobilismo e cautela paranoica nelle parole e nelle azioni. Tanto più che la Nazione si trova a piangere il 52° caduto in Afghanistan.
Spaventa con altrettanta virulenza la mancanza di argomentazioni propositive per lo sviluppo del movimento su scala nazionale. Tra le righe ci viene raccontato potenziali accordi per conquistare le poltrone che contano, o per difenderle. Nessuno però racconta al movimento chi si candida, quale è il suo programma per il quadriennio, quale gli obiettivi che vuole raggiungere, cosa verrà cambiato e cosa mantenuto. Di documenti ufficiali nemmeno l’ombra. Un vezzo che colpisce anche regioni e provincie. A Roma il 12 novembre la prima tappa elettorale, la settimana successiva quella regionale, di contenuti programmatici qualcuno ne sa qualcosa?
E per finire, un appello all’unità che ha figli e figliastri. Un esempio è rappresentata proprio da Volleymaniaweb. La missiva è giunta a tanti colleghi della “carta stampata” che di tanto in tanto parlano e scrivono della Pallavolo di vertice, nulla è giunto a chi raggiunge quotidianamente le Società ed i protagonisti del Lazio. Su questa discriminazione c’è da pensare, forse l’unità non è così unita; magari anche qualche sodalizio non allineato è stato tenuto fuori dalla mailing list. Chiudiamo con una piccola domanda: come mai l’appello all’unità, inviato a tanti, non è stato pubblicato sul sito regionale della Fipav? alle 12,49 del giorno dopo non vi è traccia di questa fondamentale “chiamata alle armi”
Appello all’unità del movimento per tutti quelli che hanno a cuore il bene della Pallavolo !
Preg. mi, Vi scrivo – a nome mio,della Consulta Regionale del Lazio, delle Componenti Federali del Lazio e di tutto movimento pallavolistico laziale – a seguito di una attenta analisi della situazione in vista dei rinnovi elettorali della FIPAV Nazionale che si svolgeranno a breve; il quadro dipinto mettendo insieme informazioni e contatti miei, dei vari presidenti dei CP, degli esponenti federali a più livelli sta assumendo tinte sempre più fosche; si delinea infatti un’Italia divisa, in cui intere macroaree sovra-regionali non vengono prese in considerazione da un’ottica che alla conciliazione preferisce lo scontro, privando il governo della federazione di uomini ed esperienze territoriali assolutamente necessarie, senza parlare della rappresentanza di aree storiche e molto feconde per il nostro sport.
Lo scenario di un volley frazionato, dove la programmazione cede il posto ai personalismi è assolutamente inadeguato alle sfide che attendono il nostro sport e la nostra organizzazione nei prossimi anni, e non parlo solo dei mondiali femminili 2014, ma soprattutto del quotidiano, di quello che attiene alla sopravvivenza stessa delle nostre società, vero asse portante del sistema pallavolo. Dovremo combattere contro la crisi, i tagli dei fondi, i cambiamenti istituzionali, la concorrenza agguerrita di altri sport, l’inadeguatezza di alcune nostre procedure e non possiamo farlo se siamo divisi !
Riteniamo politicamente inaccettabile e paradossale sconfitta per il movimento intero che si fronteggino all’ultimo voto, sotto l’egida di una medesima presidenza, due blocchi contrapposti non tanto sul programma del “cosa” fare ma solo sul “con chi” farlo. Va evitato a tutti i costi uno scontro che purtroppo inasprirà solo i rapporti interpersonali e non lascerà nulla di positivo per la crescita del movimento e chi vuole continuare in quest’ottica si macchierà di un peccato gravissimo e non potrà scansarsi dalle conseguenze che non pagheranno i singoli, ma l’intero nostro sport !!
Una così profonda lacerazione sarebbe inspiegabile per la nostra vera forza, la base del movimento, quelle migliaia di atleti, tecnici e dirigenti che, spesso fuori dai riflettori e con un approccio totalmente volontaristico, contribuiscono con la loro passione giorno dopo giorno a mettere un piccolo mattone di questa struttura.
Da qui l’appello, a chi vuole trasformare questa tornata elettorale in una “guerra” e non in un confronto di idee, a tralasciare il proprio ego e ad impiegare la medesima energia nel moltiplicare i tentativi di conciliazione e di riunificazione!! Questa grande federazione, che organizza e rappresenta il 1° sport di squadra (dopo il calcio) del Belpaese non può permettersi di presentarsi lacerata alle sfide che ci aspettano!! Non torniamo agli scontri degli anni ’90 dimostriamo a tutti di essere diventati GRANDI !
La Consulta Regionale del Lazio
Andrea Burlandi