Beach> Uno Slam sempre più piccolo

Foto Fraioli
Marco Benedetti

“Wimbledon del Beach Volley? Ma mi faccia il piacere!” avrebbe esclamato il grandissimo Totò ai “professionisti” delle presentazioni stampa. Il Beach Volley è in grande crisi, e non per colpa degli appassionati e degli atleti. Per rinfrescarmi la memoria mi sono andato a rileggere il personale commento sull’edizione passata; a dodici mesi di distanza mi vedo costretto a ribadire gli stessi concetti in peggio. Il primo elemento che balza agli occhi sono i numeri sbandierati nelle rispettive finali: 7.700 nel 2013, 3.700 nel 2013. Un saldo negativo di 4.000 unità, su presenze non verificabili oggettivamente e frutto della fantasia visiva dei divulgatori di parte, è un dato che avrebbe mandato a casa qualsiasi organizzatore di manifestazioni gratuite. Non sono bastati i soliti mezzi “riempipista”, premiazioni “regalie” di palloni, a dare una veste dignitosa ad una manifestazione mondiale. Nulla sul fronte marketing e di lancio dell’evento, nulla all’interno del villaggio, praticamente nulla con le scuole di beach volley, anzi qualcuno ha preferito il proprio evento sul litorale romano. E c’è anche di peggio: nulla sul fronte informativo, con l’assenza quasi totale di rappresentanti delle grandi testate, che hanno preferito il ricorso ai doppi incarichi ed agli pseudonimi multipli, e di quelle locali. Una crisi che coinvolge tutta la struttura organizzativa, incapace di mettere in piedi un Campionato Italiano degno di questo nome, incapace per il secondo anno consecutivo di abbozzare un minimo di Campionato Regionale. A dare dignità all’evento i soliti magnifici atleti, che si sono sfidati per cinque giorni, i volontari triturati dalla macchina organizzativa per un piatto di minestra, e tutte quelle persone che si sono concessi qualche ora del proprio tempo per assistere allo spettacolo del campo in nome di una passione. Dal fondo del pozzo in cui ci hanno buttato gli stacanovisti delle premiazioni possiamo solo augurarci che la neonata “Lega” abbia la forza di restituire un minimo di dignità ad un movimento bello ed appassionato.