Italia campione d’Europa: 15 anni fa il trionfo degli azzurri a Roma.

Il ricordo di Cecchi, Montali e Cisolla

La storia di uno sport è scandita da momenti indimenticabili. Il 2005, per tutti i pallavolisti, è e sarà per sempre l’anno della vittoria nell’Europeo giocato in casa. La finale si giocò a Roma domenica 11 settembre, quattro anni dopo l’attentato alle Torri Gemelle che sconvolse il mondo. Al Pala Eur gli azzurri di Gian Paolo Montali batterono 3-2 la Russia, in rimonta, facendo esplodere di gioia i circa 15 mila tifosi che riempirono in ogni ordine di posto l’impianto capitolino. Fu l’ultimo grande trionfo di una nazionale A di pallavolo in competizioni internazionali.

Fu una festa incredibile per la Nazionale e per milioni di appassionati, che Montali a 15 anni di distanza ricorda così: “Non c’era più gran parte del gruppo mitico degli anni Novanta, quello dei tre Mondiali vinti, e fu incredibile per noi riuscire a conquistare il trofeo. Avevo già avuto modo di vivere sulla pelle la passione del pubblico di Roma quando vincemmo lo scudetto del 2000 con la Piaggio e in quell’atmosfera pazzesca abbiamo saputo caricarci e trovare energie che forse non pensavamo più di avere. L’ambiente sportivo della Capitale, e l’ho vissuto anche nel calcio lavorando come direttore generale dell’As Roma, è esigente ma sempre leale. Bisogna raccontargli sempre la verità ai romani, mai tradirli. Allora sì che ti trascinano con il loro calore ineguagliabile”. Questo il ricordo del tecnico sulla finale contro la Russia: “Era una corazzata e stavamo perdendo 2-1. Loro avevano individualità superiori, ma il nostro gioco di squadra alla lunga ebbe la meglio. Ricordo con piacere tutti i ragazzi protagonisti della cavalcata, li abbraccio uno ad uno, permettetemi però di citare Cernic che fu determinante nella rimonta. Con il suo club giocava poco, mi criticarono per averlo portato in azzurro, ma lì dimostrò di essere un campione trascinando l’Italia nel momento decisivo”.

L’Europeo di Roma segnò un punto di svolta nella storia recente della Pallavolo Laziale. L’organizzazione diretta da Luciano Cecchi, all’epoca presidente FIPAV Lazio, confermò di essere efficiente e preparata ad affrontare un evento internazionale, come poi ebbe modo di dimostrare negli anni successivi con i Mondiali indoor 2010 (femminile), 2011 (beach volley) e 2018 (maschile), oltre che nelle finali del World Tour di beach del 2019. Non va dimenticato nemmeno il ruolo chiave dell’attuale presidente CONI Giovanni Malagò, nel 2005 a capo del Comitato Organizzatore della manifestazione. I Comitati del volley laziale, con in testa il presidente del CR Lazio, Andrea Burlandi e quello del CT Roma, Claudio Martinelli (entrambi coinvolti con ruoli di rilievo nella struttura che preparò l’evento), ricordano ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi con piacere l’impegno di Walter Veltroni in qualità di sindaco di Roma e di tutte le istituzioni politiche, oltre all’incredibile passione del compianto Franco Favretto, attivissimo nella promozione dell’Europeo presso i tesserati dell’ex CP Roma. “Con la partecipazione del pubblico andammo oltre le più rosee aspettative – ricorda Luciano Cecchi, oggiAggiungi un appuntamento per oggi direttore eventi del CR – l’organizzazione fu perfetta e accompagnò passo dopo passo una squadra mitica. Prima delle partite più importanti c’era la fila al botteghino, fu facile raggiungere l’overbooking. Ricordo con grande trasporto emotivo l’Europeo del 2005 anche per il successo di partecipazione di centinaia di volontari che furono il cuore pulsante dell’evento. Li ringraziammo tutti con una grande festa finale”.

Insomma, fu una vittoria di tutti, impreziosita (oltre che dal titolo, primo e unico vinto dall’Italia in un torneo giocato in casa) dal riconoscimento di MVP ad Alberto Cisolla. “È stato il momento più bello in assoluto della mia carriera – ci racconta oggiAggiungi un appuntamento per oggi l’ex campione – Vincere un Europeo dopo tanti anni, ricambi generazionali, innesti di nuovi giovani, partendo non da favoriti dopo aver giocato una brutta World League fu pazzesco. In casa avevamo tante pressioni, la squadra era molto forte ma non pensate fosse semplice per noi. Montali fu fenomenale nel tenerci protetti e uniti. La Russia, poi, era strafavorita alla vigilia. L’abbiamo battuta con la forza mentale e la capacità di gestire meglio la pressione. Ricevere il premio di miglior giocatore davanti a 15 mila tifosi non l’avrei immaginato nemmeno nel sogno più grande. Ho giocato in tante grandi piazze, ma Roma mi resta nel cuore e ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi la ringrazio per le emozioni che mi ha dato”.

Giorgio Marota

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