Bolognese D.O.C. ma di origini Ucraine, quali sono per te i vantaggi di poter conoscere bene più lingue e culture?
“Essere nato e cresciuto nei primi anni di vita in un piccolo paese della campagna ucraina mi ha da subito messo in contatto con uno stile di vita rurale che mi ha insegnato a valorizzare i piccoli regali della vita. Trasferirsi a Bologna non è stato per me complicato e mi sono sentito da subito ambientato.
Nel confronto coi miei coetanei, l’avere una storia ricca e diversa, abitudini e usanze differenti, ha sempre mantenuto un alone di curiosità nei miei confronti che mi ha permesso di socializzare e interagire più facilmente.
In un mondo così frastagliato, in cui bisogna saper accettare i cambiamenti e la crescente mescolanza con altre etnie, essere passato nei panni degli altri mi permette di empatizzare e aiutare chi come me e la mia famiglia ha lasciato casa”.
Sei un ragazzo polivalente: ti abbiamo visto sotto le vesti di atleta, allenatore, social media manager e addirittura commentatore!
“Devo dire che mi sembra che sia capitato tutto per caso, che sia nato tutto solo da una piccola curiosità interna che passo dopo passo mi ha fatto scoprire ed appassionare ulteriormente al mondo che gira intorno al business della pallavolo. La mia storia parte da una palestra comunale di Casteldebole, dove si teneva un corso di pallavolo nel doposcuola e senza che me ne accorgessi, mi sono ritrovato con una prima offerta da allenatore a 18 anni da parte del Beach Volley Club di Bologna. Giorno dopo giorno, il mio interesse per la dirigenza e l’organizzazione dei gruppi di atleti mi ha aperto a ulteriori possibilità parallele a quella da giocatore fino a quest’anno dove l’attuale presidente Andrea Cappelletti mi ha proposto di prendermi a carico un piccolo gruppo di bambini dai 7 ai 9 anni come primo gruppo di Volley S3 targato Pallavolo Bologna.
L’idea dei social è un’idea sbocciata da un desiderio interno di dare ai miei compagni di squadra, nonché cari amici, visibilità e valore alle loro conquiste, dentro e fuori dal campo. Col tempo e col crescere della pagina delle giovanili, ci siamo accorti che fosse uno strumento poteva essere usato ulteriormente per ampliare l’effetto che lo sport ha sul sociale e soprattutto a dare voce ai giovani.
Infine, l’esperienza di speaker è un po’ fine a sé stesso e mi sono messo a disposizione con grande entusiasmo cercando di sfruttare un rognoso periodo di stop dovuto ad un infortunio”.
E’ il tuo primo anno in serie B e nonostante questo stai dando grande apporto alla squadra, non solo come giocatore, ma anche con la tua passione e la tua grinta. Cosa pensi abbiate già ottenuto come traguardi finora e cosa speri invece di migliorare e raggiungere?
“Credo che la nostra forza stia nel gruppo e nel sostegno che ognuno dei giocatori ha per i propri compagni; forse la conquista più significativa che si possa ottenere in un organico così giovane e focoso. Vittoria o sconfitta, il giorno seguente si pensa già all’allenamento per potersi ulteriormente eguagliare: viviamo per i momenti di pressione nei quali si decidono le sorti del match.
Purtroppo, nell’ultimo periodo il problema più grave sono stati gli infortuni e io sono stato proprio il primo a fermarsi. Sono situazioni difficilmente controllabili e provocano tanti piccoli disagi che sommati danno notevole fastidio, soprattutto se portati con sé nel tempo. Una volta tornati tutti quanti in forma, questo gruppo ha potenzialità infinite”.
Durante l’estate la passione per il volley non si ferma: infatti sei un grande appassionato di beach volley.
“Così come per la pallavolo, il beach l’ho scoperto casualmente ed è stato subito un colpo di fulmine. Me ne sono innamorato e ho cercato da subito a conciliarlo con la mia attività indoor: dal 2021 infatti lavoro come allenatore al Beach Volley Club di Bologna, mentre d’estate partecipo a numerosi tornei federali in giro per l’Italia. Le mie vacanze sono così dedicate per metà allo studio e per quel che rimane a girare più tappe possibili.
Negli ultimi anni, questa disciplina ha iniziato ad entrare sempre più nella mia vita, permettendomi di concretizzare una grande passione in un lavoro e offrendomi un’alternativa per tenersi in forma sia fisicamente che tecnicamente durante l’estate senza privarsi del divertimento e dell’agonismo”.
Intervista di Rebecca Laporta
Pallavolo Bologna