Bovolenta, Lagumdzija, Caneschi, Stefani, Lot, Franco Da Re e Placì ospiti della ventinovesima puntata di After Hours

Le combattute Gare 2 delle Semifinali Play Off, che hanno proiettato Perugia e Trento sul 2-0 ma anche convinto Civitanova e Piacenza di avere ancora chance da giocare. I Play Off 5° Posto, con Modena vittoriosa a Milano e Padova convincente con Grottazzolina. La nuova avventura di Camillo Placì e le sue analisi sulla SuperLega e i suoi protagonisti. Ma anche i Play Off in Serie A3 e la partita di Dominga Lot, arbitra di spicco del panorama italiano. Sono stati gli argomenti principali della ventinovesima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, trasmessa in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.

Ospiti della puntata numero 29 sono stati Alessandro Bovolenta (Gas Sales Bluenergy Piacenza), Adis Lagumdzija (Cucine Lube Civitanova), Edoardo Caneschi (Allianz Milano), Tommaso Stefani (Sonepar Padova), Dominga Lot (arbitro), Franco Da Re (Serie A3 Manager Lega Pallavolo Serie A) e Camillo Placì (allenatore Tunisia).

Alessandro Bovolenta (Gas Sales Bluenergy Piacenza)
TENSIONE DA PLAY OFF – Sul finale è stata una partita un po’ nervosa, ma è giusto così, siamo in Semifinale Play Off, stiamo giocando Gara 2 in casa nostra, è giusto che ci sia un po’ di pepe.
IL NUOVO VOLLEY – Gli attacchi a due mani? Fanno ormai parte del gioco, come il giocare sul muro, l’attacco un po’ diverso che Lavia fa molto bene, così come Maar che fa spesso su palla veloce ed è quasi imprendibile.
LE CHANCE – Sembrano partite molto simili, Gara 1 e Gara 2 con Trento, ma nella seconda c’è stato più nervosismo nel quinto set, mentre in Gara 1 non abbiamo sfruttato le occasioni che abbiamo avuto. La squadra ci crede ancora tanto, sappiamo che possiamo dare il massimo contro una squadra che sta giocando molto bene.
LA CRESCITA FISICA – Sto lavorando molto sui particolari, quando si è giovani bisogna essere molto attenti. Il corpo si deve formare, ho avuto infortuni addominali che non devo fare tornare. In sala pesi sto spingendo come tutti i compagni, cercherò di arrivare al massimo delle mie potenzialità a livello fisico.
L’ITALIANO DI MANDIRACI – Ora lo capisce, ha imparato un bel po’ di parole. Quando l’allenatore spiega gli esercizi o gli parli piano, scandito, lo capisce, anche le parole più complicate. Ora mi sta insegnando il turco, a partire dalla frase che significa “Ciao, fratello”.
LE OCCASIONI PER GIOCARE – So che posso e devo dare il mio contributo sempre in maniera differente. A inizio anno ero più costante in campo, adesso devo essere più bravo ad aiutare la squadra nei momenti in cui il coach mi chiama. Ho parlato con Travica riguardo al mio utilizzo e a come vuole che io cresca. Abbiamo già risolto questa cosa, so che alla squadra servo e la squadra sa che il mio contributo c’è.
UNA STAGIONE DI… – Di passaggio, di crescita.

Adis Lagumdzija (Cucine Lube Civitanova)
LA DIFESA – Mi piace provare a difendere, non è facile, ma quando fai una difesa in più ti carichi e fai anche meglio in attacco.
QUELLO CHE MANCA – Quando guardi percentuali e statistiche d’attacco, abbiamo fatto bene. Ma quello che conta sono i momenti decisivi e c’è ancora l’amaro in bocca per Gara 2. Potevano pareggiare la serie e provare ad andare avanti al Pala Barton Energy, ora dobbiamo prolungarla.
L’ASPETTO MENTALE – Fra Gara 1 e Gara 2 si è visto come siamo migliorati nell’affrontare la partita, siamo riusciti a mettere sotto pressione Perugia. Bisogna vedere quello che abbiamo fatto bene nei momenti cruciali e provare a farlo meglio. Quando si gioca ogni 2-3 giorni non si può cambiare tanto. Dobbiamo lavorare sull’aspetto mentale, uscire subito dalla pressione e rimanere uniti nei momenti difficili.
IL CAMPIONATO TURCO – È molto interessante, ho guardato tante partite. Ci sono state sorprese anche nell’ultima giornata, come il 3-0 del Galatasaray sul Fenerbahce: mi aspettavo una partita più lunga. Lo Ziraat ha vinto, sta giocando bene, è in forma, ha disputato un buon campionato quest’anno.
BALASO E BISOTTO – Quando Balaso si è infortunato, era troppo arrabbiato: voleva essere con noi. Non so come sia successo. Voleva subito rientrare, ha iniziato ad allenarsi e potrebbe rientrare presto, anche se non so quanto presto. Bisotto sta facendo un buon lavoro, non sta facendo rimpiangere Balaso, anche se lui è una macchina e per coraggio e leadership è un’altra cosa. Bisotto comunque, a mio parere, sta andando anche oltre le aspettative.
IL FUTURO – No, non rimarrò in Superlega. Questi cinque anni sono passati davvero velocemente…

Edoardo Caneschi (Allianz Milano)
MERITI E DEMERITI – Secondo me Modena ha dato tanto in battuta e penso che si possa vedere anche dagli ace realizzati. Ha però anche ricevuto molto bene, noi abbiamo provato a spingere in vari momenti il servizio ma loro sono riusciti sempre a tenerlo. E sicuramente sono andati molto meglio anche in attacco, sono stati più incisivi di noi.
DAI PLAY OFF SCUDETTO AL 5° POSTO – Calo di tensione? Vai a modificare gli obiettivi da gestire con la squadra. Non avendo più una cosa tangibile per il momento, per i ragazzi che vanno via ci sono pochi stimoli: vuoi, sì, vincere tutto ma gli stimoli servono. Questa non va usata come scusa, ma posso capire che per qualcuno a livello mentale sia complicato. Però anche perdere senza mettere emozioni in campo è brutto: bisogna trovare una via di mezzo, impegnarsi lo stesso e dare tutto quello che hai in quel momento.
L’ANNO CHE VERRÀ – Rimarrò a Milano molto volentieri. Sarà una squadra nuova e, da quanto so, giovane. Questo mi mette un po’ di peso sulle spalle ma è bello giocare in una squadra giovane, perché c’è molta energia. Prima, però, vorrei vincere questi Play Off 5° Posto perché mi piacerebbe giocare un’altra coppa europea.
LA “DIFFICILE” MILANO – Il primo anno in una città così grande è completamente diverso da quello cui ero abituato. A Piacenza abitavo in centro, andavo a fare due passi ed ero già lì. Era fantastico, mi è piaciuto molto. Qui uscire fuori nei momenti liberi è più complicato, stando in zona palazzetto, verso San Siro, per arrivare in centro occorrono venti minuti in macchina. Questo toglie tempo. Ma la sto vivendo bene, mi sta comunque piacendo.

Tommaso Stefani (Sonepar Padova)
FINALMENTE IN CAMPO – Mi mancava da morire stare in campo, soprattutto in questa stagione. Partendo da Taranto mi sono perso metà anno per l’infortunio alla spalla, poi l’anno scorso di riabilitazione; quindi, ho avuto una piccola sfortuna all’inizio di quest’anno che mi ha trattenuto in panchina per il resto della stagione. Però adesso che abbiamo questi Play Off 5° posto e il coach ha deciso di provare nuove formazioni, finalmente ho un po’ di occasioni di tastare nuovamente il terreno in campo.
NIENTE PIÙ POSTUMI – Finalmente mi sento totalmente libero. Mi sono “portato dietro” la spalla fino a maggio dell’anno scorso, quando ho ripreso a tirare forte. Ora finalmente sono sereno al 100%.
L’ANNO E MEZZO IN VENETO – A livello di preparazione e organizzazione, per i pallavolisti Padova potrebbe essere un paradiso. Soprattutto per i giovani, qui si sta bene da ogni punto di vista: città, squadra, società, tifoseria, palazzetto, organizzazione. Non saprei trovare un difetto.
MAYO LIBERMAN – Come ragazzo, è una persona d’oro. Classe 2005, è il più piccolo di tutti, e, nonostante ciò, ha sempre una parola buona, quando hai una giornata no è il primo a incoraggiare. Come giocatore, è fortissimo, penso sia quello che è migliorato di più di tutta la squadra. È arrivato in punta di piedi, anche in maniera timida ed è passato da essere un buon giocatore ad avere un “bazooka” al posto della spalla. Gli manca il campo, si è vista la differenza tra la partita di Modena e quella con Grottazzolina: ha fatto una grande partita in attacco, in battuta e ha tenuto in ricezione, dove può ancora migliorare ed è già migliorato esponenzialmente.
IL FUTURO – Rimango a Padova, ho firmato un triennale l’anno scorso.

Dominga Lot (Arbitro)
LA CADUTA DI MICHIELETTO – Ho avuto paura in quella occasione, l’ho visto capovolgersi e pensavo avesse sbattuto la testa. Dietro la telecamera c’era della strumentazione tecnica, l’ho visto sbattere la testa lì e andargli Laurenzano sopra. Ho avuto paura e ho fischiato, credevo si fosse fatto male. Il regolamento prevede che vada interrotta l’azione se il giocatore si è fatto male e rimane fermo. Con il senno di poi avrei potuto aspettare quei dieci secondi in più per vedere se Michieletto si rialzava autonomamente o rimaneva lì.
MIGLIOR PROSPETTO INTERNAZIONALE? – Sono onorata, ma non credo di esserlo.
CARTELLINI E COMPORTAMENTI – Capisco che sono gare di Play Off di SuperLega e la tensione è sempre alta. Ai capitani ho detto che capisco – ma non giustifico – le reazioni, ma devono capire anche loro che andiamo in diretta e certi comportamenti non sono tollerabili.
IL DIALOGO – Con entrambi i capitani il dialogo è stato totalmente aperto e rispettoso, sia nei miei confronti sia nei confronti dei colleghi. Quando Brizard mi ha chiesto perché avessi fischiato, nel caso dell’episodio di Michieletto, ha detto “Ok, va bene”, accettando serenamente la decisione.

Camillo Placì (Allenatore Tunisia)
L’ESPERIENZA IN TUNISIA – È una storia iniziata nel 2013, ero andato a Lione, in Francia, a vedere Salparov e Nikolov, ragazzi che allenavo nella nazionale bulgara. Lì c’era un dirigente della Tunisia innamorato della pallavolo. Chiese ai ragazzi se poteva presentarsi, andammo insieme a cena e mi disse: “Senti, io vorrei che un giorno lei diventasse l’allenatore della squadra nazionale della Tunisia”. Risposi: “Va bene, dai, c’è tempo”. Poi le finestre sono rimaste aperte, anche perché, dopo è arrivato Giacobbe che è stato lì per tanti anni e col quale mi sono sentito anche in queste ultime settimane. Quando mi hanno chiesto se ero in condizione di poter allenare, ho detto che me la sentivo. Tramite il Ministero dello Sport, mi hanno offerto questa possibilità, con il primo obiettivo di migliorare il ranking mondiale. Quest’anno abbiamo il Mondiale nelle Filippine, poi l’anno prossimo c’è l’Africano; quindi, proveremo a qualificarci per le Olimpiadi, giocandoci un posto con l’Egitto.
LE SEMIFINALI PLAY OFF – Le squadre che hanno qualcosa in più lo hanno dimostrato al tie-break. Però Piacenza ha alzato il livello di gioco e anche la Lube mi ha sorpreso. La Lube ha avuto momenti di gioco veramente alto e ha anche alzato la qualità della battuta. Perugia è andata in difficoltà, però poi Plotnytskyi ha saputo chiudere con 7 ace realizzati. La battuta è diventata veramente determinante. Poi ho visto alcune cose tecniche che mi son piaciute, ad esempio la palla che gioca Giannelli per Ben Tara dietro l’hanno velocizzata tantissimo. Per quanto riguarda Piacenza mi piace tantissimo il gioco centrale che dà Brizard col primo tempo e pipe. Di Trento mi piace Michieletto, riesce a dare accelerate alla squadra attaccando palloni brutti, bruttissimi con grande tecnica. Ma mi ha sorpreso molto anche il carattere “agonista” che ha in campo: c’è stato un appoggio fatto non molto bene dal libero e lui gli ha urlato addosso, poi poco dopo ha steso benissimo il braccio su un pallonetto lungo e ha tenuto viva la palla. Mi piace come agonisticamente regge per tanto tempo e per tante partite questo ruolo, sta diventando davvero protagonista.
LA PRESTAZIONE DI BISOTTO – Credo che gli allenatori, anche in allenamento, oggi curino di più rispetto al passato il cambio dei liberi con la coppia dei ricettori, per abituare la squadra in caso di necessità. Non è un ragazzo che è fuori luogo, che per la prima volta gioca assieme agli schiacciatori che giocano di più. Che abbia qualità lo ha dimostrato, confermo quanto diceva Medei.
PERUGIA FAVORITA, MA NON UNICA – Trento ha vinto la stagione regolare, che non è poco, anche quando lo fai per questione di set o numero di vittorie. È una squadra complicata da battere, in una partita probabilmente ci riesci, ma in una serie lunga non saprei su chi scommettere. Michieletto è “salito”, Lavia la sua parte la fa. Hanno due schiacciatori bravissimi sulla palla alta. Una cosa che ancora non riesco a digerire, venendo dalla vecchia scuola dove la tecnica contava tanto, sono questi palloni schiacciati a due mani, sono brutti da vedere, non capisco come si possa concedere questo tecnicamente.
I RIMPROVERI DI LORENZETTI E LA DIFESA – Quello che mi è piaciuto di Lorenzetti è stato il “Tranquillo nei Play Off non va bene”. Mi ha ricordato una frase simile di Luigi Mastrangelo. La difesa è un’attitudine, un atteggiamento. È un po’ cambiato il tempo da dedicare alla difesa, oggi è difficile tenere palla, ma mi piace che il giocatore provi a toccarla.
BOVOLENTA E LAGUMDZIJA – Quello che a Bovolenta manca è la continuità di gioco. Ho notato un particolare da migliorare sulla transizione, per il resto ha fisicità e coraggio, quello che serve a un opposto. Lagumdzija lo guardo un po’ di più, anche perché è il fidanzato di mia figlia Roberta, c’è un legame affettivo con lui. È migliorato in battuta quest’anno, è più continuo e tira più forte. Deve fare il salto di qualità a muro e anche lui in transizione su alcuni tipi di palla: quando gli arriva da dietro dal centro del campo, ancora va dietro coi passettini.
LE CHANCE DI PIACENZA E CIVITANOVA – Lo dico come dato statistico perché mi è successo, in tanti anni di SuperLega: è possibile rimontare da 2-0. Trento e Perugia hanno qualcosa in più ma devi dimostrarlo continuamente. Se Piacenza e Civitanova alzano l’asticella su alcune cose, potrebbero riaprire la serie.