L’incidenza del fattore-campo nelle sfide della Finale Scudetto SuperLega Credem Banca, con l’Itas Trentino che si è portata sul 2-1 nella serie contro Cucine Lube Civitanova, grazie al terzo 3-0 nelle Finali Scudetto. Il successo della Sir Susa Vim Perugia, che si garantisce il pass per la prossima Champions League battendo anche in Gara 2 dei Play Off 3° Posto Gas Sales Bluenergy Piacenza, che guarda il bicchiere mezzo pieno dopo una stagione in crescendo. Ma anche i successi di Valsa Group Modena e Allianz Milano nelle Semifinali Play Off 5° Posto e il rimpianto di Rana Verona a cui nella fase clou della stagione è mancato il salto di qualità. Questi i temi principali della trentaduesima puntata di After Hours – La SuperLega di notte, trasmessa in diretta domenica sera sulla pagina Facebook e sul canale YouTube di Lega Pallavolo Serie A, con Andrea Zorzi, Andrea Brogioni e i protagonisti della Serie A Credem Banca.
Ospiti della puntata numero 32 sono stati Alessandro Michieletto (Itas Trentino), Giovanni Gargiulo (Cucine Lube Civitanova), Hristo Zlatanov (Direttore Generale Gas Sales Bluenergy Piacenza), Wassim Ben Tara (Sir Susa Vim Perugia), Lorenzo Cortesia (Rana Verona), Alberto Giuliani (allenatore Valsa Group Modena) e Simone Buti (ex Nazionale Italiana).
Alessandro Michieletto (Itas Trentino)
A CASA DELLA LUBE – È tutto l’anno che Civitanova, soprattutto in casa, mette in grossa difficoltà gli avversari. In battuta sono una squadra tosta da affrontare. Ma in Semifinale hanno fatto grandi cose, come è stato evidente in Gara 5 a Perugia. È chiaro che quando, in partite così importanti, hai un buon approccio alla partita e vinci il primo set, dopo si scalda anche tutto l’ambiente. E c’è un insieme di cose che ti portano a giocare meglio, più tranquillo, più sereno e vengono fuori magari le caratteristiche migliori, ti entra qualche battuta in più rispetto a quando sei fuori casa dove “subisci” maggiormente. Chiaro che il palazzetto di casa aiuta – dai riferimenti al pubblico – ma credo sia più un aspetto mentale, quando sei in casa rischi di più la giocata, ti viene, ti carichi, poi giochi più tranquillo. In Gara 2 siamo andati subito sotto 3-0, sono cose che mentalmente ti affossano. Quando vai in crisi all’inizio, uscirne contro una squadra forte come la Lube non è semplice.
VICINI ALLA PERFEZIONE – Abbiamo giocato bene ma i Play Off sono così, c’è una partita in cui fatichi tantissimo – come Gara 2, dove non ci è riuscito niente – ma devi resettare perché dopo due o tre giorni c’è una partita e ricomincia tutto da capo. Poi quando ci sono di fronte squadre forti, come in Finale Scudetto, l’altra squadra riesce a far emergere i tuoi difetti ed è difficile essere perfetti. Civitanova conosce i nostri punti deboli e i nostri punti di forza, mercoledì ci affronteremo per la quarta volta in questa serie, ormai ci conosciamo a memoria. Nessuna delle due sarà perfetta, vincerà chi avrà più pazienza e, come diceva coach Fabio Soli, chi riuscirà a sopportare meglio i momenti forti dell’altra squadra.
LA STAGIONE DI BONINFANTE – Mi ha sorpreso tanto. Lo conosco dalle giovanili, è un ragazzo che ha talento. Si è preso in mano la squadra, gioca molto bene, è forte, è un palleggiatore completo che sa fare tutto molto bene, il muro, la battuta, la difesa, oltre naturalmente il palleggio. È un ragazzo giovane, non ha paura di giocare determinate partite. Il palleggiatore è il ruolo più importante perché deve tenere caldi tutti gli attaccanti, è la mente della squadra. Mi ha stupito il fatto che, pur essendo così giovane, sia già esperto e maturo. E migliorerà ancora di più, questa stagione per lui è solo un punto di partenza.
IL TEMPO LIBERO – Come stacco la spina? Un po’ con i videogiochi, un po’ con qualche aperitivo e qualche cena con la mia ragazza e la mia famiglia.
LA STAGIONE DI TRENTO – Secondo me non è stata una brutta annata, abbiamo avuto degli alti e bassi, col neo di aver perso troppe Semifinali e Finali. In Del Monte® Coppa Italia abbiamo perso con la Lube, il Mondiale per Club ci è scappato con il Sada, la Supercoppa con Perugia, la CEV Cup con lo Ziraat. Sono state sconfitte che ci hanno lasciato tanto amaro in bocca e che ci siamo portati un po’ dietro. Ma se sei bravo, impari dalle sconfitte. Speriamo ci possano servire per questa Finale.
LA COSTANZA DEL CAMPIONE – Oltre a migliorare i dettagli tecnici, quello che volevo cambiare – e che fa la differenza fra un giovane giocatore forte e un campione – è la continuità e la capacità nelle partite importanti, come i Play Off, già a partire dai Quarti di Finale, di avere un rendimento minimo che non va mai sotto un certo standard. È l’obiettivo che mi ero posto in questi anni, confermarmi su questo livello. Io qui mi trovo bene, ho una squadra che mi aiuta e mi permette di esprimermi al meglio. Quando sei al centro di un progetto, con una squadra e una società che credono in te, è tutto più facile.
Giovanni Gargiulo (Cucine Lube Civitanova)
IL PESO DEL FATTORE CAMPO – Ci sono un sacco di fattori da tenere in considerazioni nel discorso sul fattore campo. Sicuramente come ha detto Michieletto, se riesci a prendere un set di vantaggio e giochi in casa, il pubblico ti trascina e ti dà una grossa mano in più. Poi in qualsiasi sport giocare in casa dà una mano, figuriamoci in una Finale Scudetto. E i 3-0 delle tre partite con Trento ne sono una riprova.
IL “SORPRENDENTE” SBERTOLI – Cosa mi sorprende di lui? Il fatto che non ha sempre lo stesso gioco. Studiarlo è molto complicato. Cambia molto e studia come si comportano i centrali avversari, comportandosi di conseguenza. È molto difficile da leggere, riesce sempre a sorprendere.
L’ESPERIENZA A LILLE – L’anno scorso, quando abbiamo finito la stagione con Taranto, sono stato a Lille. È stata una bella esperienza uscire dall’Italia, interfacciarsi con un altro campionato. Un’esperienza che consiglio di fare.
MURARE MICHIELETTO – Come si mura? Preghi. Cerchi il tocco, più che il muro.
LA STAGIONE DELLA LUBE – Abbiamo fatto un’annata che nessuno si aspettava. A inizio stagione se mi avessero detto: arrivate terzi in Regular Season, vincete la Coppa Italia e arriverete a giocarvi la Finale Scudetto, credo che ognuno di noi ci avrebbe messo la firma. È stato fatto un progetto di ringiovanimento della squadra e nessuno si aspettava di vedere subito i frutti di questo cambiamento. La cosa che ha fatto la differenza è avere un buon mix fra chi vuole emergere, chi si vuole riconfermare e chi si è già confermato ad altissimo livello. L’esempio che faccio è il mio, quello di Chinenyeze e quello di Podrascanin, visto che giochiamo tutti e tre nello stesso ruolo. Podrascanin non deve dimostrare più niente ma ha sempre voglia di fare e spinge ad ogni allenamento, Chinenyeze ha vinto tantissimo in Nazionale ma gli mancava un titolo in Italia mentre per me questa è la prima grande occasione.
AMBIENTE TOP, ZERO PRESSIONI – Sono molto più contento per i risultati della squadra che per quelli personali. Sicuramente arrivare in una società come la Lube, in un momento storico come questo in cui c’è molta meno pressione sui giocatori, ha aiutato tanto. Mi trovo in un ambiente di lavoro che è il top, perché a un gruppo del genere nessuno ha mai chiesto o fatto capire che bisognava vincere.
Wassim Ben Tara (Sir Susa Vim Perugia)
IL 3-2 A PIACENZA E IL TERZO POSTO – È stata una partita emozionante, soprattutto al tie-break, dove abbiamo salvato sei match point. È stato bellissimo, è un regalo per l’anno prossimo come ci ha detto coach Angelo Lorenzetti, andare in Champions League l’anno prossimo era importante sia per la società sia per noi.
L’USCITA IN SEMIFINALE PLAY OFF – A mente fredda, penso che dopo Gara 3 Civitanova abbia trovato una grande fiducia, alzando anche il livello del gioco. In fase break hanno battuto bene e questo ha fatto la differenza nei match successivi.
L’ATTACCO PIÙ VELOCE – Dopo la Coppa Italia, il coach ha chiesto di giocare più veloci con Giannelli, all’inizio è stato un po’ impegnativo adattarsi, ma dopo qualche settimana e lavoro ripetuto sta andando decisamente meglio. Il meccanismo non è ancora perfetto, ma ogni giorno lavoriamo per far meglio.
VERSO LA CHAMPIONS LEAGUE – Abbiamo avuto due giorni liberi per recuperare, poi si inizia a lavorare per le Final Four di Champions League. Martedì prossimo voleremo in Polonia.
Hristo Zlatanov (Direttore Generale Gas Sales Bluenergy Piacenza)
I SEI INFORTUNATI – Il conto con la sfortuna ce l’abbiamo aperto da qualche anno. Ma fa parte del gioco. Ne abbiamo beneficiato un po’ con Verona, ora abbiamo pagato dazio. In tutti gli sport si dipende sempre dalle condizioni fisiche. Anche quest’anno abbiamo imparato qualcosa in più, sicuramente è stato utile alla squadra, ai ragazzi che rimarranno e al club che ha fatto un passo in avanti anche quest’anno. Siamo una società giovane, è il settimo anno che siamo qua: va bene così, avanti tutta.
I RINGRAZIAMENTI – Le lacrime sono sintomo del fatto che il gruppo c’era, si stava bene, ci sono mancati fortuna e cinismo nei momenti importanti. Le lacrime sono anche di coloro che ci tenevano a far bene, erano consapevoli di poterlo fare – e si vede che il gruppo era molto buono – e non ci sono riusciti: erano lacrime di dispiacere, lacrime che valuto positivamente sia per loro che ci tenevano, sia per noi che abbiamo fatto un buon lavoro come società. I ringraziamenti vanno ai ragazzi e soprattutto a Travica, bravo a dare la scossa alla squadra per far venir fuori l’identità che avevano dentro e che non riusciva ad emergere. L’ambiente è bello, il dispiacere è tanto, ma lo sport è fatto di episodi, di momenti, di difficoltà, di gioie, noi dobbiamo essere bravi a carpirli e portarli con noi. Faranno parte sempre del nostro bagaglio di esperienza che ci fa crescere tutti. Quelle lacrime che avete visto sono positive, sono belle.
IL RAPPORTO COL FIGLIO MANUEL – Mi relaziono bene, spero. Ho avuto la fortuna di passare da quel periodo lì, ne ho vissute parecchie, ho fatto la cernita delle cose positive e negative. Mi relaziono come un amico, oltre che come un genitore, ma da quel punto di vista lì ci pensa già la madre. Andar via a 16 anni adesso non è come lasciare casa vent’anni fa, sono mondi completamente diversi, ci sono delle insidie ma le cose stanno andando bene. È un bravo ragazzo, va bene a scuola, si sa organizzare, non posso chiedere di più.
WISHLIST – Per il club, vogliamo far sempre meglio. Speriamo che il progetto triennale porti frutti prima possibile. Dal 2018 abbiamo fatto importanti passi in avanti, credo siamo stati quelli che hanno vinto più velocemente la Coppa Italia da quando sono arrivati in SuperLega, nonostante il Covid. Di risultati ne sono arrivati, l’obiettivo col nuovo progetto è consolidarci e incrementare un pochino il livello.
Lorenzo Cortesia (Rana Verona)
COSA È MANCATO – Sono successe tante cose, è stato un finale di stagione un po’ rocambolesco. Secondo me abbiamo fatto una bella Regular Season, con la Finale di Del Monte® Coppa Italia disputata a Bologna; quando però sono arrivate le partite più importanti ci è mancato il salto di qualità necessario per diventare mentalmente più pronti.
DA STOYTCHEV A SIMONI – Stoytchev era molto coinvolto all’interno del progetto e credo che pochi si aspettassero quello che è successo. Poi lui si è dimesso. In panchina non c’è stato un cambio così drastico, Simoni mi conosceva già da quattro anni e sapeva benissimo le nostre potenzialità. Secondo me ha fatto un ottimo lavoro. Poi è stato qualcosa che abbiamo dovuto metabolizzare in fretta, perché avevamo Gara 2 dei Quarti di Finale Play Off pochi giorni dopo. Tempo per pensare non ce n’era molto.
MOZIC 23, KEITA 28 PUNTI – È stato il nostro modo di giocare durante l’anno, affidarci molto in attacco a loro due. Ci è mancato tanto un giocatore come Dzavonorok che si è fatto male a metà stagione. Adesso sta bene, si sta riprendendo e, da quello che so, l’intervento è andato molto bene. Sono contento per lui, si è ripreso molto bene. Avevamo altri giocatori su cui fare affidamento, ma quando perdi al tie-break è questione di dettagli. Forse Milano era più sciolta di noi, noi ci tenevamo molto. È quello che dicevo, il fatto di arrivare più pronti mentalmente e preparati a gestire le situazioni di partite da dentro fuori: ci siamo riusciti in Coppa Italia fino alla Finale, mentre in questi Play Off 5° Posto ci sono stati un po’ di alti e bassi, con prestazioni buone ad altre nelle quali potevamo fare decisamente meglio.
Alberto Giuliani (allenatore Valsa Group Modena)
LA SCOSSA DI BUCHEGGER – Sabato Buchegger ha fatto da trascinatore, ha trascinato gli altri a una reazione emotiva che poi è stata anche tecnica, per toglierci dall’imbarazzo generale della sorpresa di tutti quanti: con Padova, per vincere, era necessario fare bene.
LA CRESCITA DEI GIOVANI – La Finale 5° Posto è importante, ma resta comunque il fatto che durante l’anno ci siamo trovati troppo spesso tesi, fermi sulle gambe e sulle nostre insicurezze, incapaci di esprimere il nostro vero potenziale, che se fosse venuto fuori ci avrebbe dato quattro-cinque più in graduatoria. Che, comunque, non sarebbero stati sufficienti per guadagnare una posizione in classifica. Credo che Modena sia dove doveva essere. Mi tengo nel cassetto i grossissimi miglioramenti dei ragazzi giovani rispetto all’inizio. E adesso questo finale di stagione può essere un premio a quello che è stato l’impegno dei ragazzi durante l’anno.
COME CAMBIA GIULIANI – Rispetto al passato mi vedo totalmente cambiato come allenatore. Per approcciarsi ai ragazzi di adesso c’è voluto un cambiamento per cercare di prendere il meglio da loro, hanno tanto da dare ma con sistemi differenti rispetto a quelli che c’erano prima. Indurito? No, non credo. Forse il modo di esternare le esigenze è dovuto al cambiamento dei nuovi tempi. Oggi la pallavolo non ti perdona un errore o una disattenzione e per richiedere ai giovani l’attenzione costanza e continua, per avere miglioramenti e rendimento alto, lì si è richiesto un cambiamento.
IL TALENTO DI PARDO – È un ragazzo talentuoso, ma ha quel talento più difficile da vedere: quando tocca la palla non fa mai danni. In pochi mesi ha subito e sta subendo una trasformazione sia fisica sia tecnica che in pochi ragazzi ho visto così veloce.
LA STAGIONE COMPLICATA DI RINALDI – Stava facendo molto bene, aveva fatto un inizio di campionato ad altissimo livello, poi ha iniziato ad avere dolori alla spalla che si è portato dietro fino a fine stagione. Peccato, poteva fare davvero il salto di qualità. La sua scelta? Quando arrivano proposte del genere ognuno ragiona con la propria testa. È difficile dire di no, probabilmente è stato difficile anche dire di sì, ma era una scelta che solo lui poteva fare.
LA NECESSITÀ DI MIGLIORARE LA TECNICA – Ora in ogni squadra ce ne sono quattro o cinque che tirano forte. Da lì parte tutto, una tecnica di ricezione più difficile da eseguire, una velocità della palla diversa, un cambio palla differente. Sono cambiate tante cose e, quando sento alcuni dire: “Quando c’eravamo noi questo non si sbagliava”, li inviterei a un allenamento in ricezione.
Simone Buti (ex Nazionale Italiana)
IL FATTORE CAMPO NELLE FINALI SCUDETTO – Secondo me il fattore campo non è così determinante, ma riflettevo sul fondamentale della battuta, sempre più importante e questi Play Off lo stanno confermando. Ecco, forse in quel fondamentale il fattore campo incide, soprattutto per quanto riguarda le luci e i punti di riferimento.
SBERTOLI E BONINFANTE – Di Sbertoli quello che mi ha sempre colpito è il modo di stare in campo anche quando la squadra non gira. È sempre tranquillo, ha la faccia giusta e questo è importante per la squadra. Poi ha una varietà di gioco importante, in Gara 3 a un certo punto ha servito diverse pipe una dietro l’altra, anche in sequenza, che un centrale non si aspetta, ma lui ha continuato, anche in maniera diversa. Diventa difficile riuscire a leggerlo. Di Boninfante mi ha stupito la tranquillità con cui sta giocando ad alti livelli, ma credo che questo sia dovuto al fatto che sia un figlio d’arte, ha respirato pallavolo di alto livello per tutta la vita, poi quando ti ci trovi hai una sensazione di familiarità con questi livelli qua che un altro ragazzo potrebbe fare più fatica ad avere.
LA PALLAVOLO CHE CAMBIA – Per un centrale è disarmante trovare una squadra che appoggia sul muro, gestisce, non forza e quindi non concede. Quindi deve essere sempre composto, invadente e accettare il fatto di esserci sempre, devi mettere le mani anche in una situazione di una palla veloce, cercando di fare il meglio possibile.
LA SEMIFINALE PERUGIA-LUBE – Civitanova dopo Gara 3 ha preso tanta fiducia, portare a casa una partita al tie-break, ai vantaggi, a Perugia ti carica tanto. Questo è stato determinante. La battuta ha inciso tantissimo: in Gara 5 Perugia ha giocato bene, ma quando Bottolo e compagni si presentavano al servizio diventavano davvero ingestibili. L’unico demerito di Perugia può essere quello di non averla chiusa prima, ma nel corso della serie è stata brava la Lube.
PIACENZA SULLA STRADA GIUSTA – Piacenza è uno squadrone, ha una grande società, una grande piazza con un grande pubblico. Tutte le squadre passano dal processo che sta affrontando Piacenza, per arrivare ad altissimi livelli. Credo sia sulla strada giusta.
Lea Maschile