DM> Genzano in festa, ecco la C

Danilo Mancini

Partita al cardiopalma. Libertas avanti  2-0 ma raggiunta. Solo al tie-break per 17-15, dopo 2 ore e 40 minuti, arriva la sospirata Promozione.  Oltre 350 i presenti. 

LIBERTAS GENZANO – ANDREA DORIA TIVOLI         3-2 
(25-21; 25-21; 23-25; 23-25; 17-15)
LIBERTAS GENZANO:  Cervellera 12, S. Fattori 2, Fivizzani 13, Fratarcangeli 18, Massa (cap.) 11, Ricci 19, Vetica 2, Mastrostefano (libero), Luzzi, Zuccaro, Bizzarri, Stamato – All.: Ribaldi
ANDREA DORIA TIVOLI: Nardi, Russo 13, Faccenna 6, Cara 10, Pierucci (cap.) 1, Pacifici, Angeli 1, Musa 18, De Angelis, Amabili 10, Zampini,  Pani (libero) – All.: Di Stefano  
Arbitri: Mario Bonatti di Roma e Renato Greco di Aprilia
Durata incontro: 2 ore e 40 minuti
Alla fine la Libertas Genzano ce l’ha fatta a raggiungere il suo grande sogno: la promozione in Serie C, dopo un campionato che l’ ha vista quasi sempre al vertice. La regular season è terminata con il Latina Scalo al primo posto ed i genzanesi secondi ad una sola lunghezza, a recriminare per i troppi punti lasciati per strada ingenuamente. Ma poi, messa da parte l’amarezza per l’occasione sciupata, i castellani hanno scaricato tutta la rabbia che avevano accumulato in corpo nei play-off: 3-1 e 3-0 in Semifinale contro l’Isoltermica Civitavecchia e poi un secco 3-0 a Tivoli nell’andata della Finale la scorsa settimana. Domenica 5 Giugno la macchina organizzativa dei castellani era stata quasi perfetta: palestra Marchesi al limite della capienza (350 persone) e tantissime che non sono potute entrare perché non c’era più posto, spalti colorati da bambini ed atleti con la magliettina celeste, oltre 40 bandierine con i colori sociali distribuite ai presenti, musica prepartita e durante la gara, inno d’Italia suonato all’inizio con le squadre schierate ed abbracciate al centro del campo, speaker a scandire le fasi del match, presentazione degli arbitri e delle squadre all’avvio e via con tutto il resto. Insomma tutto era pronto per festeggiare dopo , in caso di vittoria. Non era stato tralasciato (quasi) nulla per il D-day. Restava – ovviamente – il lato sportivo, cioè conquistare  la vittoria, l’ultima e la decisiva,sul campo. E sul rettangolo di gioco i ragazzi di Cristiano Ribaldi nei primi due set avevano dimostrato di essere superiori all’altra finalista il Tivoli, giunta nei Castelli con animo di rivalsa, sostenuta da molti tifosi al seguito. 25-21 e 25-21, tutto faceva presagire che i padroni di casa facessero il bis del confronto della settimana precedente. E sul 21-14 nel terzo parziale, già si stavano preparando i festeggiamenti di rito. Poi l’imponderabile. Una scena incredibile e credersi se non l’avessimo vissuta  (o meglio patita) in prima persona. Ecco la paura di vincere, il braccino che trema, la luce del cervello che all’improvviso si fulmina, si fa buio fondo  nella mente  e negli arti dei biancazzurri; in contemporanea la veemente reazione del Tivoli, che capisce il momento di difficoltà dei locali, un parziale incredibile di 0-8, il crollo della ricezione dei padroni di casa. Non basta il sostegno dei presenti che vedono il calo vistoso dei propri beniamini. Tivoli vince 25-23 il terzo set e si ripete con il medesimo punteggio anche nel quarto. Inimmaginabile solo pochi minuti prima!!. Si va al tie-break con gli ospiti favoriti psicologicamente e letteralmente sospinti dalla tribuna di parte. Overtime con paura, tensione e nervi tesi. Tivoli gira avanti 7-8 al cambio di campo. Sul 10-11 per i tiburtini, il tecnico di casa chiama il tempo discrezionale e getta nella mischia Fabrizio Vetica al posto di uno stanco Giulio Cervellera. Genzano ribalta le sorti del confronto, tre punti di fila e si va sul 14-12. Ma le emozioni non sono ancora finite. Tensione che si taglia a fette, è in gioco una stagione intera. I protagonisti sono sfiniti, anche il pubblico, ma tutti insieme sono pronti all’ultimo rush con ciò che resta dentro.14-13 ma ecco che sulla ricostruzione Fulvio Fivizzani ha in mano il primo  tempo per chiudere tutto: fuori, di pochissimo ma fuori !!. Ancora un match-ball per i colori di casa sul 15-14, ma Fabrizio Ricci emula il suo centrale: palla lunga. Siamo 15 pari. Non se ne può più. La pressione è tanta. Capitan Massa affonda l’attacco dal centro e porta i suoi sul 16-15. Oltre 350 persone con il fiato sospeso e con i battiti del cuore a mille sulla battuta di servizio del nuovo entrato Fabrizio Vetica: in un silenzio surreale la palla viaggia verso la linea di fondo del campo avversario, un difensore tiburtino ci mette le mani per tentare la ricezione, la sfera gli sfugge sulla punta delle dita e va a sbattere contro la parete dietro il rettangolo di gioco. E’ finita! E finita davvero stavolta. E’ il 17-15 che va gli annali del volley della Libertas Genzano e, purtroppo per loro, dell’Andrea Doria Tivoli. Poi, come accade sempre in queste circostanze, avviene di tutto: l’urlo liberatorio dello stesso Vetica e dei compagni che lo sommergono, il delirio in campo e sugli spalti, l’ esplosione di gioia, le emozioni, i pianti, la commozione e la grande partecipazione. E poi l’indimenticabile festa sul rettangolo di gioco, l’ingresso di una grande lettera C di compensato con i colori sociali, arrivano le magliette con in petto la consonante sognata a lungo, l’immancabile bottiglia di spumante, i gavettoni d’acqua, i coriandoli sparati da una pistola sugli spalti, i Queen con la loro “We are the Champions” con gli altoparlanti a palla  nell’impianto, il pubblico impazzito di felicità. E’ festa in campo, negli spogliatoi e fuori dell’impianto. Dopo 2 ore e 40 minuti di palpitazioni ed emozioni mozzafiato, il colpo di Fabrizio Vetica (ovviamente l’interessato nel post-gara confesserà che era tutto studiato) regala l’ace vincente che per la LIBERTAS vuol dire SERIE C e per tutti, vincitori, astanti, grandi e piccoli ed anche atleti sconfitti vuol significare che lo stillicidio e la suspence sono finiti.  Per la formazione di casa ed i suoi fans ora si che si può festeggiare. Onore dunque ai ragazzi della Libertas ma anche agli avversari che ci hanno creduto anche quando tutto sembrava compromesso ed hanno contribuito a rendere avvincente e palpitante la gara. Spettacolo sul campo e sugli spalti, gioia, timori ed esaltazione finale. Questo è il volley. Non esiste melina, né palloni gettati in tribuna, né perdite di tempo né ostruzionismo. La gara finisce solo quando cade a terra l’ultimo pallone e l’arbitro fischia la fine. Nessuno ti regala nulla. Ti devi guadagnare tutto da solo, sputando rabbia e carattere su ogni palla. Fino ad allora tutto può accadere. E vince solo chi ci mette l’anima ed il corpo, qualcosina in più dell’avversario, fino all’ultima stilla di sudore e di energia. Questa è stata Genzano – Tivoli. Una gara che per molti anni rimarrà nella mente dei ragazzi e degli astanti. Grazie a tutti i protagonisti, gli addetti ai lavori,al pubblico di casa ed ospite  per aver vissuto e condiviso con noi queste grandissime emozioni in un pomeriggio indelebile.

nella foto: la Libertas festeggia: la Serie C è raggiunta !!