Paolo e Daniele, più forti della miopia

Marco Benedetti

In piena notte finisce il sogno di Paolo Nicolai e Daniele Lupo, gli Olandesi Numerdor-Schuil accedono in semifinale con una gara perfetta che non fa che esaltare i meriti dei nostri due ragazzi. Una qualificazione olimpica raggiunta sul filo di lana di Roma, la dimostrazione di essere a buon diritto una delle migliori formazioni del ranking mondiale, purtroppo non è stato sufficiente. La delusione è forte, ma anche la convinzione che il futuro non può che essere dalla loro parte se qualche genio federale non metterà ancora i bastoni fra le loro ruote. Ci hanno già provato nella stagione scorsa, dimostrando scarsa preparazione intellettuale e programmazione strategica. L’innamoramento  di immagine per chi aveva dato prova di numerosi fallimenti personali e sportivi ha sicuramente frenato la maturazione di questi due ragazzi, da subito in sintonia, ma obbligati ad una separazione incomprensibile ai più, salvo tornare frettolosamente sui propri passi. Senza dimenticare poi la guida tecnica. E’ un dato incontrovertibile che Paulao fosse disponibile anche nella passata stagione, quindi ci domandiamo perché affidare nell’anno pre-olimpico la gestione degli azzurri a Mike Dodd, rapporto troppo breve ed infruttifero proprio per la sua brevità, per poi cercare frettolosamente a dicembre scorso  il Campione del Mondo brasiliano con solo sette mesi a diposizione? Purtroppo sono tutte le controindicazioni derivanti dall’essere guidati da dirigenti troppo anziani per comprendere pienamente un mondo sportivo in piena evoluzione, magari anche simpatici, però incapaci di dare il giusto impulso tecnico e di immagine ad un movimento in piena espansione. Bravi Paolo e Daniele, ci avete fatto sperare e sognare, siamo certi che quel sogno può diventare realtà, il talento non può essere offuscato dai burocrati di  Villa Arzilla.