Campionati giovanili e Serie B, si va avanti o si segue il gambero?

E’ tutto un tornare all’antico. Dopo la Serie B unica che fa pensare ad una pallavolo antica di troppi anni, ecco che il consiglio federale ritorna sui propri passi e, dopo solo quattro anni, cambia nuovamente i campionati giovanili maschili. Uniformato al settore femminile tornano in pista le Under 18, 16 e 14. La curiosità è grande, e, come al solito, la comunicazione istituzionale è parca di informazioni e non si impegna a spiegare al grande pubblico le motivazioni di base che hanno portato alla ennesima nuova “rivoluzione”. Per la serie B il tutto è abbastanza intuitivo; la crisi delle vocazioni dei maschietti e le difficoltà economiche delle Società hanno portato ad una contrazione degli aspiranti “suicidi” pronti a sperperare un patrimonio, e di conseguenza, meno sodalizi ai nastri di partenza. Semplice la soluzione: fusione di due campionati, una bella “romanella” per far apparire un campionato qualitativamente inferiore di livello superiore, aumento generalizzato di tutti gli oboli istituzionali per compensare la cassa, ed il gioco è fatto. Da verificare quanti titolari dei diritti accetteranno l’imposizione di Via Vitorchiano obtorto collo e quanti preferiranno fare un passo indietro per evitare il salasso.
Ben altro discorso vale per i campionati giovanili; le motivazioni potrebbero essere tante, anche estremamente valide, ma sconosciute ai più. Ci piacerebbe conoscere i criteri che hanno bocciato solo dopo quattro anni i numeri dispari a vantaggio dei numeri pari. Così, senza elementi aggiuntivi, sembrerebbe che si vada a tentoni e la programmazione di base sia un optional non conosciuto nelle segrete stanze.

Marco Benedetti