Francesca Villani, dal Volleyrò alla promozione in A1

La schiacciatrice: “Successo straordinario, arrivato anche grazie alla mia esperienza romana”

ROMA, 10 aprile 2018 – Un urlo liberatorio e poi l’esultanza finale che la Brescia pallavolistica attendeva da tutta una stagione. La Savallese Millennium può festeggiare la meritata promozione, la squadra è finalmente in Serie A1. Tra i tanti protagonisti di questa esaltante cavalcata, ce ne è uno che ha contribuito in maniera determinante al successo di Brescia: non ce ne vogliano gli altri, ma è Francesca Villani da Prato, che con eleganza e determinazione è entrata immediatamente nel cuore dei suoi tifosi, giorno dopo giorno, schiacciata dopo schiacciata. Con ventidue punti è stata eletta miglior giocatrice della gara decisiva che è valsa la promozione, ma chi è al Volleyrò da qualche anno la ricorda soprattutto per i suoi modi gentili e per i suoi trascorsi romani, quando era poco più di una ragazzina e la sua brillante carriera ha avuto inizio.

Francesca, Brescia è ufficialmente in Serie A1. È passato ormai qualche giorno, che soddisfazione è stata?

“È stata una grande soddisfazione, perché per la prima volta ho conquistato una promozione da titolare e quindi ha sicuramente un valore diverso. È stata una stagione molto dura, perché questo campionato di A2 è stato molto equilibrato e il livello delle squadre molto alto. La cosa bella è che è stato davvero stato tutto inaspettato, perché non eravamo molto quotate”.

La promozione è giunta dunque inattesa, non era nei programmi della società lottare per il primo posto.

“Non era l’obiettivo dichiarato, anche perché la nostra partenze non è stata delle migliori. Dopo quattro giornate eravamo quartultime. La società ci teneva a migliorare il piazzamento dello scorso anno, quando Brescia è arrivata fino ai quarti di finale. Per cui è stata una gioia imprevista, ma per questo molto più bella”.

La città di Brescia, da sempre molto appassionata di volley, come ha reagito?

“Anche per i tifosi questa promozione è stata una sorpresa. All’inizio c’era forse un po’ di scetticismo, anche perché c’era Montichiari, dove abbiamo giocato, che veniva da un’A1 e poi non si è scritta al campionato. Però, quando abbiamo cominciato a vincere, la gente si è appassionata, ci è stata vicino e alla fine ha fatto una grandissima festa”.

Il titolo di mvp è stato poi la ciliegina sulla torta di una stagione davvero positiva da parte tua.

“Venivo da un infortunio e devo ringraziare la società che mi ha dato fiducia e che ha puntato su di me anche dopo l’operazione al menisco. In questa stagione ha funzionato davvero tutto. Sono stata bene dal punto di vista fisico e anche a livello ambientale mi sono trovata benissimo. Quando un’atleta è libera da infortuni e può concentrarsi soltanto sul lavoro in palestra, i risultati arrivano”.

Tu miglior giocatrice della partita promozione e la tua amica Elisa Zanette mvp della finale di Coppa Italia. La scuola del Volleyrò è sempre al top.

“Esatto. Il Volleyrò è stata una tappa fondamentale della mia carriera e mi fa molto piacere vedere, anno dopo anno, quante giocatrici escono dal settore giovanile per andare in Serie A2 e A1. Sono stata al Volleyrò un anno, ma è stato il momento in cui mentalmente ho fatto il passaggio decisivo della mia carriera. L’ambiente del Volleyrò ti prepara proprio alle sfide che vengono dopo, ad essere già pronta ai campionati di Serie A”.

Assisterai ai playoff da spettatrice. Fammi un pronostico.

“È davvero difficile fare una previsione perché, come ho detto prima, il livello delle squadre è alto e c’è molto equilibrio. Non lo so, diciamo che sono molto contenta di aver conquistato la promozione prima, senza dover passare per la lotteria dei playoff”.

In stagione hai avuto modo di affrontare il Club Italia, con Elena Pietrini e Sylvia Nwakalor che, proprio come te, sono partite dal Volleyrò e la scorsa settimana sono state convocate in Nazionale maggiore. Che impressione ti hanno fatto e vedendole hai magari ripensato al tuo passato al Volleyrò?

“Sono sempre molto contenta quando dal Volleyrò escono giocatrici così, perché vuol dire che il lavoro che fanno i tecnici e i dirigenti è sempre di altissimo livello e che non ci si accontenta mai. Per quanto riguarda Elena e Sylvia, posso solo dire che sono due atlete impressionati, hanno una potenza devastante, un’elevazione che fa paura. Il fatto che siano così giovani mi fa pensare che i loro margini di miglioramento siano ancora tanti. Sono due elementi su cui la Nazionale fa bene a puntare”.

Quanti anni avevi quando ti sei trasferita a Roma e quanto tempo sei rimasta?

“Avevo diciassette anni ed è stato il mio primo trasferimento importante. Sono rimasta un anno, prima di chiudere il ciclo giovanile. Ho avuto poco tempo, ma è stato un periodo bellissimo e importantissimo per la mia vita e per la mia carriera. Non finirò mai di ringraziare tutto l’ambiente per l’aiuto che mi ha dato”.

Come ti sei trovata e quanto è stato difficile lasciare casa?

“L’inizio non è stato facile, ma credo che sia una cosa normale quando si cambia totalmente vita. In più ho avuto anche un problema famigliare che non ha di certo facilitato le cose. Se ce l’ho fatta devo ringraziare Laura Bruschini, Armando Monini e Andrea Scozzese, che sono stati per me come una seconda famiglia. Non mi hanno fatto mancare niente e mi hanno ricoperta di attenzioni. Loro tre, Lionello Teofile e tutto l’ambiente mi hanno trasmesso serenità e mi hanno permesso di concludere il mio percorso. Il Volleyrò è proprio questo, una famiglia e, ora che sono passati un po’ di anni, credo che sia la vera forza della società”.

Quali sono i ricordi più belli che porti con te di quel periodo e come pensi ti abbia aiutato il Volleyrò nella tua carriera?

“Il Volleyrò è una grande scuola di pallavolo. Se vai a giocare lì, sai che hai tutte le carte in mano per iniziare una carriera ad alto livello. Nell’anno di Roma ho avuto una grande crescita dal punto di vista tecnico e mentale, i cui benefici me li porto dietro ancora oggiAggiungi un appuntamento per oggi. Ho avuto la fortuna di essere allenata da tecnici straordinari, come Cristofani, Pieragnoli e Ingratta, che mi hanno insegnato tantissimo”.

Con chi hai legato di più tra le tue compagne, che magari senti ancora, e che ricordi hai degli allenatori, dei dirigenti e più in generale di tutto l’ambiente?

“Lasciare Roma è stato molto difficile, perché mi sono trovata benissimo. Avevo finito il ciclo giovanile e ho subito ricevuto una chiamata per andare a giocare in Serie A. Per fortuna credo di aver lasciato un buon ricordo. Armando e Laura mi hanno chiamata in questi giorni per complimentarsi e questo mi conferma che ancora sono nei loro cuori e loro nei miei. Con le mie ex compagne mi sento abbastanza frequentemente, anche se le nostre strade si sono divise, in particolare con Alice Giampietri, Carlotta Cambi e Federica Frasca che ora è in America. Il fatto di vivere in “casetta” tutte insieme ci ha aiutato tanto a legare e a rimanere affezionate”.

Sei andata via l’anno prima che il Volleyrò vincesse il suo primo scudetto. Hai un po’ di rammarico per non esserci riuscita con una squadra già molto forte? C’erano, per esempio, Elisa Zanette, di cui abbiamo parlato prima, e Carlotta Cambi, che è oggiAggiungi un appuntamento per oggi una delle palleggiatrici della Nazionale.

“Purtroppo un po’ di rammarico ancora c’è, anche perché mi sono fatta male durante le Finali Nazionali. Mi sarebbe piaciuto regalare il primo scudetto al Volleyrò. Fortunatamente il Volleyrò ha avuto il merito di vincere tanto dopo la mia partenza. Però quel mancato titolo giovanile ancora mi pesa”.

Sei di Prato, come hai cominciato a giocare a pallavolo e quando hai capito che saresti diventata una pallavolista di alto livello?

“Ho iniziato a giocare molto presto, a quattro anni, grazie ai miei genitori che mi hanno subito indirizzata. Ho giocato nella società di Prato, fino a quando l’allenatrice mi chiese cosa ci facessi ancora lì. Così mi sono messa in gioco, sono andata a Pisa e lì mi hanno vista i dirigenti del Volleyrò”.

Se non avessi giocato a pallavolo, cosa ti sarebbe piaciuto fare nella vita?

“Non ci ho mai pensato. Ho iniziato a giocare talmente presto che non ne ho avuto il tempo. Sto studiando Scienze Motorie e mi piacerebbe, un domani, rimanere nell’ambiente dello sport. Penso che sia quello il mio posto”.

Quando hai saputo che il Volleyrò ti voleva, come hai reagito e quella di venire a Roma è stata una decisione presa d’istinto, oppure tu e la tua famiglia ne avete discusso tanto?

“Sapere che al Volleyrò erano interessati a me è stato un motivo di grande orgoglio. Non avevo mai sperimentato una realtà così importante. In cuor mio sapevo già che venire a Roma sarebbe stata la decisione corretta ma, giustamente, in famiglia ne abbiamo parlato tanto e poi abbiamo deciso per il trasferimento. Mi sono detta: ma un’occasione così quando mi ricapita?”.

Alla luce di quello che è poi avvenuto, consiglieresti alle ragazze di venire al Volleyrò e perché lo faresti?

“Per una ragazza che vuole provare a diventare una giocatrice di alto livello, non ho dubbi che venire al Volleyrò sia una tappa fondamentale. Ci sono strutture all’avanguardia, allenatori tra i più bravi che si possano trovare e tutti sono a disposizione per aiutarti e farti vivere serena, con una tutor che ti segue nella tua vita quotidiana. Se si vuole diventare una giocatrice pronta per l’alto livello, non vedo in giro tante altre strade”.

Finora hai avuto un inizio di carriera eccellente. Sei ancora molto giovane, sei del 1995, ma cosa pensi che ti manchi per fare il decisivo salto di qualità?

“Credo che a livello fisico sono pronta per la Serie A1. Forse l’ultimo passaggio deve avvenire a livello mentale, perché la differenza tra l’A1 e l’A2 sta soprattutto in questo. La continuità di rendimento è la linea che separa le due categorie”.

Un ultimo pensiero rivolto al Volleyrò. Presto inizieranno le Finali Nazionali, con l’Under 18 che insegue il record del quinto scudetto consecutivo. Vuoi rivolgere un in bocca al lupo per questo importantissimo obiettivo?

“Auguro a tutte le ragazze che sono ora al Volleyrò di proseguire nel loro percorso di crescita e se possibile di continuare a vincere. Poi voglio rivolgere un ringraziamento e abbracciare tutti gli allenatori e i dirigenti che in questi anni hanno continuato a seguirmi e a volermi bene”.

Ora le meritate vacanze e poi cosa ti aspetti nel prossimo futuro?

“Un giorno mi piacerebbe diventare un punto fermo di una squadra di Serie A1. Sono ancora giovane e spero di riuscirci. Non so se sarà domaniAggiungi un nuovo appuntamento per domani, tra un anno o chi lo sa quando. Per il momento mi voglio godere questo successo, riposarmi e poi ripartire con nuove motivazioni per crescere ancora e migliorarmi”.

Marco Tavani

Ufficio Stampa

Volleyrò Casal de’ Pazzi