Il figlio del Dirotecnicus: la saga continua

Giovane sempre, almeno nell’apparenza, eterno iscritto alle Universitas del Regno , ambizione da Richelieu modi da Marchese del Grillo. Abbandonato dal padre nel maniero più potente, per farsi le ossa ed imparare un mestiere, sfrutta i propri natali per ottenere, alle primissime armi, l’incarico dell’addestramento delle milizie più giovani, chiamate nel tempo a distinguersi nel mondo dei grandi. I risultati, rispetto allo sforzo profuso, non sono esaltanti, ma l’ego cresce a dismisura, tanto da spingerlo, da novello Alcibiade, ad intraprendere la campagna militare in Magna Grecia. E come Alcibiade favorì tattiche anticonvenzionali, spesso assoggettando città con l’inganno, proponendo negoziati, utilizzando l’arte militare poliorcetica solo in casi estremi (cit. wikipedia). Meno funambolico ed illusionista del padre, le sue ambizioni sfrenate lo portano velocemente ad inimicarsi amici, sostenitori e mecenati locali, una volta dalla sua parte, tanto da dover far rotta in fretta e furia verso il suolo natio. Ad appoggiarlo e sostenerlo in tutto il suo “Socrate” che, oltre ad essere fedele, è il figlio del signore di un maniero in fase di ristrutturazione, dopo anni di scelte disastrose. Ci vuol poco a rinascere dalle proprie ceneri, grazie soprattutto ai buoni servigi del buon “Socrate”, a sbarazzarsi del mastro in carica ed a dettare le linee costruttive eliminando tecnici ed operai non allineati al pensiero unico. E tutto non apparendo ufficialmente; nel mirino il grande ritorno al maniero di origine più forte, almeno nelle intenzioni, dalla sua dipartita. I nemici sono avvisati, non ci saranno prigionieri.

MB