World League 2016 – Italia, brutta botta con gli USA

foto Murri
USA – Italia 3-0 (25-22/25-23/25-23)
USA: Anderson 4, Russel, Sander 9, Lee 5, Shoji K., Priddy, Troy 4, Jaeschke 14, Christenson 2, Mcdonnel, Smith 10, Shoji E. (L). All.: Speraw
Italia: Sottile, Vettori 14, Giannelli 3, Rossini (L), Maruotti 1, Zaytsev 4, Lanza 7, Buti 4, Cester, Colaci (L), Piano 1, Birarelli 6, Antonov 3, Anzani. All.: Blengini
Arbitri: Alrousi – Espicalsky

Un’Italia stanca e poco brillante chiude male la tre giorni romana di World league. Difronte a 8mila spettatori, gli azzurri cedono 3-0 agli Stati Uniti. Una gara in cui tutto funziona poco e piuttosto male. Giocare a ritmi così ravvicinati, in un momento così complicato di preparazione, non è facile per nessuno.
Difronte ad una formazione compatta, quadrata, e molto attenta nella gestione del muro difesa, la nostra Nazionale soffre terribilmente; non riesce a trovare un ritmo importante in attacco, ha poca continuità in servizio e fase punto. Con Zaytsev in ombra, e i centrali poco coinvolti per una ricezione problematica, Giannelli trova nel solo Vettori una bocca da fuoco credibile e continua. Troppo poco, alla lunga, per pensare di poter vincere contro una formazione tra le prime al mondo.
L’inizio gara degli azzurri è demoralizzante. Non c’è un fondamentale che giri su percentuali accettabili. A soffrire più di tutto è l’attacco. Il muro a stelle e strisce, quando non chiude direttamente, tocca ogni pallone e la difesa fa il resto. Dall’altra parte, Anderson e Jaeschke, pur non brillando, fanno il loro, costruendo un break sempre più importante. Intorno a metà set, Blengini cambia la diagonale di banda: fuori Zaytsev e Lanza, dentro Maruotti e Antonov. I nuovi ingressi scuotono la squadra che, trascinata da un buon Vettori, sembra riaprire un set molto compromesso. Ma sul più bello, un paio di errori in servizio frenano l’inerzia azzurra e gli USA vanno uno a zero.
L’inizio di seconda frazione non meno problematico, almeno in termini di punteggio. Ma gli azzurri, che si ripresentano in campo con sestetto titolare, sembrano più lucidi. Anche grazie a qualche errore avversario, l’Italia resta in sostanziale linea di galleggiamento. La ricezione soffre, costringendo Giannelli a usare poco i centrali, ma a banda passiamo con più continuità. È quando c’è da spingere per il sorpasso che, però, manca qualcosa. Al primo set point gli Usa raddoppiano.
Al rientro in campo si vede maggior equilibrio. Il gioco azzurro non è brillante, ma Birarelli e compagni riescono a tenere il punteggio in equilibrio. Intorno al primo time out tecnico l’Italia prende anche due lunghezze di vantaggio, ma non dura. Anche se il terzo set è quello che l’Italia gioca meglio, muro e difesa statunitensi fanno male e dopo quota venti un paio di incertezze in ricezione chiudono il match.
Il percorso verso Rio è ancora lungo, e la situazioni da sistemare sono tante, ma questo si sapeva. Tutto sommato, la risposta caratteriale della squadra è un buon punto da cui partire per l’ultima parte del cammino.

Paolo Avesani