Lettere aperte e malessere diffuso

Marco Benedetti

Nell’era delle tecnologia più avanzata e del massimo sviluppo dei social network stupisce trovare nella propria cassetta delle lettere una busta che non sia riconducibile ad utenze e multe. Il contenuto: una conferma ulteriore del grande malessere di un movimento nei confronti dei vertici e la necessità di maggiore trasparenza.
Tanti argomenti, tutti condivisibili e che riguardano la vita quotidiana di Comitati e Società, tanti punti oscuri che meriterebbero maggiore comunicazione. Un piccolo, grande neo: l’assoluta impossibilità a ricondurre, almeno per il sottoscritto,  pensieri ed opinioni ad entità reali. Ci piacerebbe pubblicarla, i temi sono caldi e meriterebbero una risposta da chi di dovere nelle imminenti Assemblee, ma la forma scelta non ce lo consente. Per deontologia e per correttezza legale, la pubblicazione con la dicitura “Lettera Firmata” necessita che la stessa sia effettivamente sottoscritta dall’estensore o dagli estensori, con l’autorizzazione alla diffusione a mezzo stampa.  Questa testata ha sempre dimostrato piena libertà di pensiero, infischiandosene di risultare antipatici con concetti scomodi, offre al possibilità a tutti di manifestare la propria opinione, occorre però che tutti se ne assumano la paternità, sfruttando i filtri, le precauzioni previste dalla legge. Vista l’importanza degli argomenti spero in una apparizione in carne ed ossa, i fatti dimostrano che tutti sanno dove trovarmi.