DF> Il Volley Labico torna in “C”.

Alessandra Francesconi

Intervista al Coach Lorenzo Pintus

Lorenzo Pintus, trentenne, romano ex giocatore dell’Apsia, oggi tecnico. Il percorso da Coach inizia con la gavetta, su gruppi di piccole categorie, poi arrivano i Centri di Qualificazione e l’approdo al Volleyrò Casal de Pazzi. Qui è cruciale la conoscenza di Laura Bruschini, Direttore Sportivo della Società, che lo ha spronato a mettere in pratica le conoscenze acquisite in quel di Labico, dove ottiene ottimi risultati… tra questa la neo promozione in serie C Femminile nella stagione appena conclusa.
Ciao Lorenzo, questo è un anno importante per te e il Volley Labico che finalmente torna in serie C. Ma andiamo per gradi, raccontaci il tuo approccio alla prima squadra della Società casilina.
“Arrivo a Labico solo ad inizio luglio, convinto dal DS Riziero D’Emilia a lavorare su un progetto di crescita delle giovani della Società attraverso la categoria di serie D. La stagione era già terminata da un pezzo e la situazione riscontrata non era facile. Già da tempo conoscevo i giovani talenti del Labico e avrei voluto lavorare sul gruppo al completo, ma le due sfortunate retrocessioni avevano intaccato la loro voglia di divertirsi e di confrontarsi, così molte ragazze hanno optato per esperienze esterne, alla ricerca di altri stimoli. Paradossalmente questo quadro di disagio ha incentivato e dato forza alle ragazze rimaste – non senza qualche tentennamento – che si sono rimesse in piedi per lavorare sodo. Tante le difficoltà, ma tanta anche la volontà di fare: quattro allenamenti a settimana e in alcune occasioni anche il sabato prima della gara”.
E visto l’impegno del gruppo la Società ha potuto fare dei piccoli sforzi in più…
“Sì, da qui in poi la Società ha fatto uno straordinario lavoro, affiancando a queste sei  ragazze vogliose di riscatto, due grandissime atlete: Romina Martelli e Roberta Sabbi. Due attaccanti che hanno fatto la differenza ma che sono state soprattutto da esempio dentro e fuori dal campo, invogliando tutti noi a fare sempre meglio. La dirigenza durante l’anno ha poi integrato il gruppo con altre atlete ma solo dopo essere stata sicura che fossero adatte allo scopo e che accettassero la nuova mentalità con la quale si voleva affrontare la stagione… insomma il motto è stato: meglio poche, ma buone”.
Parliamo di promozione. Il passaggio, che tra l’altro arriva con tre giornate di anticipo, era nell’obiettivo di inizio stagione?
“Assolutamente no. L’obiettivo era ricreare un gruppo di lavoro equilibrato, volenteroso, che avesse stimoli e dunque avere gratificazione nel lavoro e nel sacrificio, si voleva ripartire da zero.  A luglio eravamo in sei, a settembre otto ad ottobre in dieci, ed un unico palleggiatore. Abbiamo sempre lavorato a testa bassa, senza guardare mai la classifica, ma attenti allenamento dopo allenamento e gara dopo gara. Per quasi tutto il girone di andata abbiamo sofferto, sfiorando più volte il tie-break sia con le prime sia con le ultime in classifica, senza contare che le ragazze in campo si sono spesso alternate per piccoli infortuni”.
Come hai fronteggiato le difficoltà tecniche e quelle  dovute agli infortuni?
“Intanto c’è da dire che queste sofferenze ci sono state d’aiuto per comprendere con chiarezza i nostri limiti e di conseguenza per capire quale fosse la strada da seguire, il lavoro costante e maniacale ha fatto il resto. Siamo stati costretti poi prima del tempo  – ma ora dico fortunatamente – ad allargare il team con le giovanissime ragazze dell’U16 e prima divisione, guidate da Marco Mandara. Pertanto  mi piace pensare che l’ottimo risultato avuto da queste ragazze, arrivate ai quarti di finale U16 d’eccellenza ed impegnate così presto in un campionato di livello, sia dovuto in parte a questa condivisione”.
E allora questa promozione perché è arrivata?
“Per tanti motivi: perché il valore delle singole atlete è sicuramente di un’altra categoria; perché la Società ha una dirigenza esperta che è stata capace creare questo tipo di gruppo e di affrontare tempestivamente nella maniera più opportuna tutte le emergenze; perché i genitori delle ragazze e le molte persone che si sono avvicendate nel darci una mano, e che ringrazio, hanno creato una famiglia allargata dove ognuno di noi non è mai stato lasciato solo. E infine, senza negarlo, c’è quel pizzico di fortuna che ci vuole sempre…”.
Come avete festeggiato il ritorno in C?
“Non si può dire… no scherzo, diciamo che il festeggiamento è durato ben 2 settimane e si è concluso con una grigliata con tutta la famiglia Volley Labico e una splendida torta artistica fatta dal nostro centrale Maria Luisa Mennichelli, alla quale auguro fortuna per il suo nuovo lavoro di cuoca pasticcera!”
Uno sguardo al futuro. Sai già cosa farai il prossimo anno?
“Per ora stiamo lavorando e studiando per arrivare ad affrontare nel migliore dei modi la serie C; abbiamo creato un gruppo giovane e compatto e vorremmo fare pochi cambiamenti mantenendo questa linea. Poi singolarmente in quanto giocatori e tecnici, rispondiamo alle Società, a Labico ovviamente, ma nel mio caso anche alla Volleyrò Casal De Pazzi; dunque spetterà a loro definire i nuovi percorsi”.
Per concludere, quale messaggio vuoi lasciare alle ragazze che ti hanno seguito in questa stagione?
“Di messaggi ne ho lasciati tanti durante l’anno e spero che qualcosa sia rimasto. Ora è il momento di guardare avanti. Tuttavia voglio ancora congratularmi con le atlete e ringraziarle per la pazienza… così approfitto di questa intervista per citare tutto lo Staff che mi ha accompagnato in questa avventura: Romina Martelli (K), Roberta Sabbi, Virginia Marcuccilli, Elisabetta Alosa, Ester Alosa, Letizia Bravetti,Stacey Ebonine, Maria Luisa Mennichelli, Michela Coletta, Sara Ruggiero, Francesca Traversi, Desireè Del Monte, Manuela Lucarini, Marco Mandara, secondo allenatore, e Riziero D’Emilia, direttore sportivo”.